lunedì 26 ottobre 2009

Mentre la stampa parla di escort, trans e politica il debito pubblico aumenta........

Roma, 11 gennaio 2010
Fonte: www.beppegrillo.it
Lettera Finanziaria
"L'aumento imprevisto (*) del debito pubblico a fine 2009 insieme alla parziale diminuzione degli acquisti dei titoli di Stato, in particolare da parte degli istituti finanziari, registrata nei mesi di novembre e dicembre dello scorso anno, ha posto il ministero del Tesoro nell'impossibilità di far fronte agli impegni di cassa corrente. La conseguenza immediata dello sbilanciamento dei conti dello Stato sarà nel mese di gennaio 2010 il blocco dei finanziamenti, anche già approvati e in corso, delle opere pubbliche, valutati da una apposita Commissione interministeriale come dilazionabili nei prossimi sedici/diciotto mesi. Il ministro dell'Economia Renato Brunetta, subentrato a Giulio Tremonti, proporrà al prossimo Consiglio dei ministri delle misure inderogabili per impedire il fallimento dello Stato e il conseguente abbandono dell'euro. Tra queste la più importante consiste nel congelamento del 30% delle pensioni e degli stipendi dei dipendenti pubblici. Il taglio del 30% sarà compensato dall'attribuzione di un uguale importo in termini di titoli di Stato quinquennali. L'interesse dei titoli attribuiti, stimabile tra lo 0,5% e lo 0,8%, sarà riconosciuto su base trimestrale. I titoli saranno rimborsati a scadenza. Il rientro dei capitali dall'estero avvenuto nel 2009 grazie allo Scudo Fiscale non è stato sufficiente per consentire un maggior acquisto di titoli pubblici, come previsto, da parte delle banche. L'imposizione fiscale del sui capitali di rientro ha fruttato allo Stato solo quattro miliardi di euro, chiaramente insufficienti per qualunque tipo di rientro del debito. Da fonti governative pare certo che sia il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sia tutte le forze dell'opposizione siano d'accordo nell'approvazione urgente della misura di congelamento di parte delle retribuzioni pubbliche e pensionistiche. L'alternativa, infatti, potrebbe solo essere la riduzione di centinaia di migliaia di dipendenti pubblici con effetto immediato. Per evitare disordini, le forze dell'ordine sono state messe in allerta in tutta la penisola. Nonostante il sistema creditizio non sia al momento in una situazione di rischio, per i prossimi due mesi, come misura prudenziale, sarà possibile ritirare una cifra mensile non superiore ai 5.000 euro mensili dal proprio conto corrente. L'ipotesi di un governo tecnico, presieduto dal Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi per rassicurare i mercati internazionali dopo due anni di dissesto dei conti dello Stato, è all'esame della Presidenza della Repubblica".

mercoledì 21 ottobre 2009

I partiti del cemento armato

Fonte: www.beppegrillo.it
"Caro Grillo,
nessuno sembra essersene accorto, ma il 28 ottobre sarà deciso il destino di una delle più belle regioni d’Italia: la Liguria. Pochi giorni fa è toccato alla Sardegna, dove è stato votato il piano casa del governatore Ugo Cappellacci (Pdl) che ha cancellato i vincoli con cui Renato Soru sperava di salvare la costa. Ma il centrosinistra non è migliore: la Regione governata da Claudio Burlando si prepara a varare un piano casa altrettanto generoso con gli amanti del cemento.
Un disastro senza rimedio, che, però, si può ancora fermare. Tace la sinistra, tace la destra, forse perché da queste parti entrambe sono amiche del mattone. Tacciono i cittadini che purtroppo non sanno: la Regione Liguria voterà un documento che va ben oltre le aspettative del governo Berlusconi. Nessuno ne aveva parlato fino a pochi giorni fa, quando Bruno Lugaro ne ha scritto sul Secolo XIX. Eppure basta studiare il piano presentato dalla Commissione e soprattutto gli emendamenti proposti da sinistra e destra (leggete qui). Le case sotto i 100 metri cubi potranno aumentare il volume fino al 60%, le altre potranno crescere fino al 30%. Ma non basta: potrà essere aumentata la cubatura di capannoni industriali, artigianali e agricoli. Ed è soltanto l’inizio. Leggendo il documento approvato dalla commissione e gli emendamenti voluti dal centrosinistra e dal centrodestra (il firmatario è un imprenditore immobiliare) si scopre che c’è ben di peggio: i benefici saranno concessi anche agli immobili condonati. Insomma, un danno civile e sociale, oltre che urbanistico. Chi ha costruito senza rispettare le leggi potrà adesso usufruire anche dei benefici concessi dalla Regione. Invece di punire chi non rispetta l’ambiente, si è deciso di premiarlo. E gli edifici abusivi? Si è pensato anche a loro. Il testo base li escludeva, ma ecco che il consigliere Luigi Cola (ex sindaco di Cogoleto, Pd) chiede di correggere: saranno esclusi soltanto quelli costruiti “in totale difformità o con variazioni essenziali”, insomma quelli davvero molto abusivi. Basta? Neanche per sogno: non sono risparmiati nemmeno i parchi dell’Entroterra. “Basterà un permesso degli enti parco per aumentare la cubatura delle case”, come spiega il Verde Carlo Vasconi.
Ma il colpo di grazia, spiega Vasconi, è quello che colpirà le zone che gli urbanisti chiamano aree-anima. Anima, un nome non casuale, perché questi sono luoghi preziosi, che però non sono sottoposti a una tutela totale. Anche qui potranno agire indisturbate le ruspe basta che siano a più di 300 metri dalla costa.
E per la Liguria sarà davvero la fine, perché da troppo tempo alcuni di quelli che governano questa terra hanno deciso di spremerla, di concederla ai signori del cemento come una baldracca. Una escort, si direbbe oggi. Sinistra o destra non importa: negli ultimi anni è stato dato il via libera alla costruzione di tre milioni di metri cubi di nuovi edifici lungo le coste.
Provate a immaginare concretamente che cosa succederebbe se tutte le case sotto i 100 metri cubi crescessero del 60%. Le alture liguri che dominano il mare si ricoprirebbero di cemento. Le case, migliaia di quelle costruzioni che rendono unica la Liguria, sarebbero deformate con aggiunte posticce. Provate a immaginare: dove oggi la vista si affaccia sul mare, domani potrebbe sbattere contro un nuovo muro.
Ma che cosa si può fare? Niente, sembrerebbe. Il centrosinistra ligure ha sempre avuto tanti amici nel mondo del mattone e questo piano ne è la dimostrazione definitiva. Il centrodestra è entusiasta… ma in fondo non sorprende. Insomma, chiunque vinca le elezioni regionali del 2010 non cambierà nulla. Claudio Burlando o Sandro Biasotti non fa differenza, la Liguria, verrebbe da dire, è comunque spacciata.
O forse no. Perché questo piano casa giova a pochi, ai soliti amici degli amici imprenditori del mattone. Ai furbetti che sognano di arricchirsi aggiungendo un piano alla propria casa, alla faccia dell’interesse generale. Ma gli altri? Il cemento non porta soldi. Arrivano denari per pochi e posti di lavoro che svaniscono alla fine dei cantieri. Intanto la Liguria si mangia la sua più grande ricchezza: l’ambiente, che sostiene la principale industria della regione, il turismo. Non solo: calerà il valore degli immobili con un danno per i proprietari liguri, ma anche lombardi e piemontesi. Già, anche per una questione di soldi questo piano andrebbe bocciato.
Ma poi c’è l’ambiente, una parola che in fondo significa il luogo dove noi tutti viviamo insieme. Che vuol dire qualità della vita nostra e dei nostri figli. Che ci ricorda il dovere di conservare il passato, ma anche di pensare al futuro.
Per questo la decisione che verrà presa in Liguria riguarda tutta l’Italia. Se lasciamo sola questa terra, poi a chi toccherà?
Ma qualcosa si può, si deve ancora fare. Adesso, sennò sarà troppo tardi. Mandiamo una e-mail a Claudio Burlando, Sandro Biasotti, il suo avversario alle prossime elezioni, Luigi Cola - il deputato del Pd recordman degli emendamenti, Nicola Abbundo - l’imprenditore immobiliare del Pdl che si batte per il piano. Gente di sinistra e di destra, perché qui non è questione di colori politici.
Se tutti gli amici del blog, non soltanto i liguri, scrivessero a chi dovrà compiere questa scelta, potremmo ancora sperare di cambiare qualcosa. Di salvare la Liguria e un po’ anche noi stessi".
Marco Preve e Ferruccio Sansa, giornalisti e autori del libro “Il partito del cemento”