mercoledì 29 ottobre 2008

La Grande crisi del 2008: ciò che la gente non sa

di Fabrizio Zampieri, economista ed analista finanziario
fabrifinanz@hotmail.com – 27 ottobre 2008

Stiamo subendo da circa un anno e mezzo una crisi economica e finanziaria che non ha avuto eguali per dimensioni e diffusione prima d'ora. E tutti sono convinti abbia avuto origine negli Stati Uniti e dagli States sia poi giunta al resto del mondo. Ebbene tale disastro è nato in Gran Bretagna, nella City e, nello specifico, all'interno di numerose società di ingegneria finanziaria. Dobbiamo tener presente che il 90% dei prodotti finanziari, buoni ma soprattutto non buoni, viene studiato e progettato presso queste società finanziarie/bancarie.
In questo caso, la causa dei principali mali del mondo è rappresentata dai cosiddetti strumenti derivati, denominati CDO e CDS.

Tali strumenti non sono altro che mutui immobiliari "impacchettati" e trasformati in obbligazioni. Quindi, grazie a questa operazione di "cartolarizzazione" (trasformare in carta un mutuo) tutte le principali Banche hanno potuto vendere a chiunque e all'esterno i debiti immobiliari dei loro clienti. Naturalmente il vantaggio delle Banche stava proprio nel fatto che potevano ottenere ulteriori profitti da queste obbligazioni strutturate: infatti, chi acquistava un'obbligazione garantita da un mutuo immobiliare prestava una certa quantità di denaro per un certo periodo di tempo ricevendo un interesse, garantito dai pagamenti rateali di chi aveva realmente sottoscritto il mutuo.
Si parla anche di mutuo "subprime"per indicare che questo è effettivamente un mutuo a rischio, detto in termini tecnici NINJA (No Income, No Job or Asset = Nessun Reddito, Nessun Lavoro stabile o Garanzia Finanziaria).

Praticamente, il circuito partiva dalle Società di ingegneria finanziaria che progettavano il prodotto, proseguiva poi con le Banche Commerciali (quelle che erogavano i mutui ai clienti) che impacchettavano i mutui e vendevano le obbligazioni alle Banche d'Affari o le collocavano direttamente sul mercato. In questo modo si creava una sorta di circolo vizioso con l'entrata di continua liquidità derivante dalla vendita delle obbligazioni strutturate, liquidità utilizzata per sostenere richieste di nuovi mutui e finanziamenti, e nuovamente per emettere altre obbligazioni strutturate.

Iniziata con gli Stati Uniti (a parte la progettazione avvenuta nella city di Londra) questa prassi è divenuta comune sia in Asia che in Europa tantoché pochissime Banche, anche europee, sono immuni da questo fenomeno.
E questo giochetto, che ha portato enormi profitti "facili" nelle casse delle Banche è andato avanti per anni, sostenuto anche dal continuo sviluppo del mercato immobiliare americano, con aumenti costanti del numero delle case costruite (esiste anche un indice economico basato sul numero dei nuovi cantieri) ed ovviamente con gli aumenti dei prezzi. Ciò ha portato inesorabilmente alla creazione di una bolla speculativa, che è esplosa, negli Stati Uniti, circa un paio d'anni fa, causando insolvenze, mancati pagamenti e rimborsi parziali delle rate dei mutui di massa. Ricordiamo che in America i mutui vengono, almeno venivano concessi ai cittadini con richiesta di minime garanzie e per importi del 100-130% dell'immobile oggetto del mutuo.

Si è assistito quindi al blocco dell'aumento del prezzo delle case e successivamente al suo crollo, non ancora terminato.
Immaginate ora cosa può essere successo dal lato delle note obbligazioni legate ai mutui subprime: chiunque detenesse nel proprio portafoglio questi titoli ha iniziato a venderli precipitosamente, ma con difficoltà perché ormai erano privi di garanzie (i clienti non pagavano più le rate), i prezzi erano scesi profondamente, e le quotazioni furono sospese.
A seguito di questa crisi, diverse Banche americane dichiararono fallimento o pesanti insolvenze (Lehman Brothers, Merril Lynch, AIG, Fannie Mae, Freddie Mac, Mutual Washington, ecc...), costringendo il Governo e la Fed (Banca Centrale Americana) ad interventi di sostegno e salvataggio mediante enormi iniezioni di liquidità.

E veniamo all'ultimo atto, ovvero all'approvazione da parte dell'Amministrazione Bush, naturalmente in collaborazione con la Fed , del pacchetto di misure d'emergenza mediante la costituzione di un mega fondo pubblico da 700 miliardi di dollari (si stima però che il vero "buco" si attesti intorno ai 1.500 miliardi di dollari), che avrà la funzione di raccogliere, per il prossimo biennio, questi titoli finanziari "tossici", ormai privi di mercato e detenuti dalle Banche Usa. L'obiettivo è senz'altro quello tentare di stabilizzare i mercati finanziari, dai quali poi dipende la sorte di tutti gli altri settori economici.

Ora gli effetti, come sempre, partendo dagli Usa stanno arrivando anche in Europa dove molte Banche hanno acquistato e rivenduto ad altre Banche, Sim, Gruppi Assicurativi, Fondi Pensione, Amministrazioni Pubbliche (Stati, Regioni, Province e Comuni), Gruppi Industriali, le obbligazioni strutturate sui mutui subprime. Immaginiamo quali potranno essere le conseguenze dell'azzeramento di valore di queste obbligazioni per i Fondi Pensione o per le Amministrazioni Pubbliche, e quindi per la collettività, che le detengono nel proprio portafoglio...
In Europa, però, non c'è ancora alcun accordo su un eventuale piano di salvataggio comune.

Anche l'Italia non è immune da tale situazione negativa ed i principali Gruppi Bancari (Unicredit, e prossimamente anche Intesa ed MPS) iniziano ora a far uscire comunicati stampa con i quali si dichiarano notevoli difficoltà finanziarie legate al possesso e alle perdite causate da questi titoli (obbligazioni strutturate e derivati). E' proprio di questi giorni l'annuncio dell'Amministratore Delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, relativo ad un prossimo aumento del capitale sociale della Banca necessario per far fronte a tali problematiche. E pensare che lo stesso Profumo, fino a pochi mesi fa, intervistato, continuava ad affermare che era tutto sotto controllo, i fondamentali erano più che buoni e la Banca da lui condotta non aveva certo da temere nulla (forse non aveva detto tutta la verità); nel frattempo il valore del titolo ha perso oltre il 50%.

E questa possiamo definirla la cronaca della nascita e sviluppo della nuova crisi finanziaria del 2008.
Ma, al di là della mera e tecnica cronistoria, mi sembrano doverose alcune considerazioni, alle quali vorrei lasciare la risposta ai lettori:

- è giusto che il conto di tale disastro finanziario sia poi pagato dai cittadini?;

- è giusto che la maggioranza della Comunità ripiani il conto salato causato da una minoranza di avidi, ricchi, egoisti, imbroglioni, bugiardi e ladri?;

- è giusto che i veri autori di tale "truffa" finanziaria legalizzata (i nomi sono sempre quelli delle principali Banche d' Affari Usa e delle Banche Commerciali loro complici americane, asiatiche ed europee), alla fine escano impuniti con il benestare delle principali Autorità Governative e di Controllo?;

- è giusto che gli amministratori di queste note Banche d' Affari e Commerciali, dopo aver causato un tale dissesto mondiale, semplicemente si dimettano dalle loro cariche e se ne escano con liquidazioni di 30-40-60 milioni di dollari ciascuno?;

- è giusto che all'interno delle più alte cariche governative e degli organi di controllo siedano personaggi provenienti da queste famigerate Banche d' Affari? (l'esempio emblematico è il caso di Henry Paulson, Ministro del tesoro Usa, con patrimonio personale stimato intorno ai 700 milioni di dollari e, guarda caso, proveniente da Goldman Sachs; ma ricordiamo anche Mario Draghi, oggi Governatore di Banca d'Italia, proveniente dalla stessa Banca d'Affari, e lo stesso Romano Prodi, ex Primo Ministro del Governo Italiano e proveniente sempre dalla stessa Banca...);

- è giusto che le società di Rating, che dovrebbero essere degli Enti imparziali e super partes, ma che invece sono in collusione con queste Banche d'Affari, applichino giudizi e punteggi positivi a queste obbligazioni e a quelle delle Banche amiche pur non avendone i requisiti? (ricordiamo che le obbligazioni di Lehman Brothers avevano AAA, ovvero il massimo punteggio di affidabilità e, nella sola Italia, i risparmiatori truffati possessori di tali titoli si stima siano oltre 300.000).

Inoltre, un nuovo pericolo è all'orizzonte sul sistema finanziario Usa, e successivamente in Europa: il rischio fallimenti relativamente ai rimborsi legati alle carte di credito.
E' infatti sempre maggiore il numero di clienti che non riescono a far più fronte ai pagamenti, in un'unica soluzione e rateali, sulle carte di credito. E forse non tutti sono a conoscenza che, nei giorni scorsi, mentre al Congresso Usa si votava il piano di salvataggio di Paulson, è stata approvata, sempre dal Congresso, una Legge a favore dei detentori di carte di credito, in difficoltà nei pagamenti, che impedisca alle Compagnie Finanziarie e assicuratrice di alzare indiscriminatamente gli interessi retroattivamente, senza preavvisare la clientela. Dopo le segnalazioni di migliaia di clienti, la stessa Federal Reserve ha dovuto ammettere che queste rappresentano pratiche "ingannevoli".
Ed i numeri di tale fenomeno non sono per niente incoraggianti: nel solo 2007 ed inizi 2008 il tasso delle insolvenze è aumentato in maniera vertiginosa e si stima che circa 2.5 milioni di cittadini rischiano il fallimento personale.

mercoledì 22 ottobre 2008

Economia delle banche

Patrizio di Cursi – Ascensione Globale - 20 ottobre 2008
Tratto da www.signoraggio.info

I media concentrano l'attenzione sul valore di listino di un titolo o di un indice e parlano di denaro che brucia se i prezzi dei titoli scendono.
Il problema non è il prezzo di listino e il denaro non brucia. Ciò che accade è che gli scambi di titoli avvengono a prezzi più bassi del normale. Quindi il denaro non brucia ma passa di mano semplicemente, lasciando traccia aggregata nel listino. In ogni transazione c'è un compratore e un venditore. Uno che ci guadagna e uno che ci perde. Insomma il denaro va nelle tasche di qualcun altro.

Nei casi di mercato al ribasso ci si arricchisce appropriandosi di titoli in caduta libera. Nel caso di un mercato al rialzo si vendono i titoli acquistati a prezzi stracciati. Quindi parlare di roghi di moneta è una cavolata. D'altronde il valore delle aziende, in particolare di quelle che non fanno né finanza né banca, non è determinato dai corsi di borsa, ma dai valori economico-patrimoniali che nulla hanno a che fare con la volatilità di questi giorni. Teoricamente un'azienda ben capitalizzata e che dà profitti può tranquillamente fregarsene di vedere prossime allo zero le sue azioni.

Assistiamo ciononostante ad una disinformazione generalizzata. Gli effetti della quale sono stati: furti legalizzati di denaro risparmiato; incontri internazionali per vedere come aumentare il controllo dell'economia; l'intervento dello stato nella banca e nella finanza.
Su quest'ultimo punto c'è da riflettere. Non sono gli stati i proprietari e quindi i responsabili delle banche: perché allora spetta a loro garantire che non falliscano, immettere liquidità nelle banche meno virtuose? Gli stati hanno donato la sovranità monetaria e la politica monetaria proprio al sistema bancario. Non mi sembra che nei momenti difficili di uno stato una banca si sia mai ripromessa di garantire tutti i risparmiatori dal fallimento di uno stato.

Presupposto: lo stato si finanzia con le tasse che paghiamo (diciamo che il 50% del reddito nazionale va a finire in tasse). Secondo presupposto: usiamo una moneta che è emessa dalle banche. Terzo presupposto: lo stato come collettività e i singoli cittadini sono indebitati col sistema bancario. Quarto presupposto: il risparmio accumulato dalle famiglie è nelle mani delle banche che lucrano già abbastanza per la gestione del risparmio. Quinto presupposto: lo stato ha un debito pubblico da cui non può liberarsi e che aumenta giorno per giorno.
Nonostante tutto questo, gli Stati hanno deciso di aiutare le banche. Da quando un debitore si permette il lusso di "prestare" soldi al creditore? Un debitore si libererebbe prima del debito che ha accumulato. Invece gli stati prendono soldi a debito o dalle tasse per aiutare le banche.

Il risultato di questi prestiti facili da parte degli Stati è l'impoverimento delle nazioni. Meno "cash" per lo stato e per le famiglie. Lo stato si mette a fare politica monetaria. Lo stato dimentica l'economia reale e l'insegnamento keynesiano da un lato e ripudia l'economia di mercato.
In Italia si dice che viviamo in un sistema misto tra economia sociale ed economia di mercato. In questi giorni si sta decidendo di sostenere sempre di più le banche. Niente mercato niente welfare, ma economia delle banche.

Gli utili idioti

Tratto da http://etleboro.blogspot.com/ - 20 ottobre 2008

Banchieri, dirigenti di gruppi bancari ed industriali sono ormai d'accordo per l’ennesima truffa, per arrivare a nazionalizzare un debito creato dalla speculazione. Le Banche non hanno più banconote e l'emissione del denaro "a debito" per coprire i buchi delle società di speculazioni è ormai al limite, mentre nel frattempo cominciano a fallire gli Stati. Ma chi ha fatto scatenare questi ingranaggi e perchè il suo obbiettivo è quello di far cambiare l'economia mondiale? (Foto: Wall Street, il 24 ottobre del 1929)

Questa crisi finanziaria, di dimensioni sproporzionate, non è una crisi vera e propria, ma una situazione indotta di emergenza per indurre gli Stati a farsi carico del grande debito delle Banche. Dietro le parole del Presidente del Consiglio Berlusconi si nascondono delle importanti verità, che gli italiani non possono sapere, e che sono ineluttabili. Banchieri, dirigenti di gruppi bancari ed industriali sono ormai d'accordo per l’ennesima truffa, per arrivare a nazionalizzare un debito creato dalla speculazione, e non certo dai cittadini comuni che non sono riusciti a pagare il loro mutuo. Rispetto all’ammontare delle transazioni per prestiti e mutui - pur concessi a fronte di una riserva frazionaria minima, inferiore al 2% - le manovre speculative interbancarie sono di gran lunga superiori. Intendiamoci, i bilanci delle Banche hanno al loro interno attività e riserve, spesso costituite da titoli e collaterali emessi ( o garantiti) da altri Gruppi bancari, e ancora derivati speculativi, nonché movimenti interbancari non sempre trasparenti. Allora, che non ci vengano a raccontare che le persone non pagano i loro debiti, perché sono le imprese e i piccoli risparmiatori ad alimentare questo circuito vizioso.

Sorge dunque il dubbio su dove vadano a finire i soldi dei Banchieri, delle pensioni, degli investitori, perché a sentir parlare loro sembra che siano state inghiottite dal crollo delle Borse. I mercati valutari non sono inceneritori, ma sono delle sale scommesse, che si reggono sulla base del meccanismo domanda-offerta, per cui se qualcuno perde denaro, automaticamente l’altro li guadagna, ma il denaro non sparisce. Si arricchiscono i più forti tra i furbi, e soccombono gli illusi, ossia coloro che credevano di ingannare il cervellone del "casinò".
La manovra speculativa serve dunque a far uscire allo scoperto gli "idioti utili", quelli che servono al sistema per far cadere altre lobbies, diffondendo il panico e inducendo tutti a correre agli sportelli per ritirare i loro soldi. Mentre tutti guardano crollare le borse - come se ne capissero qualcosa - il Governo si riunisce d’urgenza per emanare un "decreto che viene definito di precauzione", ma comunque un forte senso di paura si diffonde tra la gente.

Purtroppo gli Italiani non devono sapere che quel 98% della riserva frazionaria non esiste più, e che il mercato immobiliare cadrà a picco, mentre altri vedranno vendere la loro casa senza che se ne accorgano. Gli italiani non devono sapere che non potranno più riavere i loro risparmi in liquidi, e che tutto dovrà viaggiare elettronicamente, come deciso da organizzazioni come Transparency International che "combattono la corruzione" con la monetica e l’anti-riciclaggio. Le Banche non hanno più banconote e l'emissione del denaro "a debito" per coprire i buchi delle società di speculazioni è ormai al limite, mentre le multinazionali invisibili hanno il controllo dei porti e delle merci, e comandano cargo e transazioni tramite dei pc. Nel frattempo cominciano anche a fallire gli Stati. L'Islanda ha dovuto assumere oggi il controllo della principale banca del paese, e ha portato a termine la terza nazionalizzazione di un istituto di credito in pochi giorni. Ha sospeso tutte le negoziazioni di borsa mentre il sistema bancario del paese corre il "rischio bancarotta". La crisi finanziaria sta infierendo su questa Isola, le cui banche si sono espanse all'estero, gli investitori hanno garantito alti rendimenti sulla valuta islandese per poi finanziare l’economia locale. La Banca Centrale Europea non può ( o non vuole) aiutare l’Islanda, che contratta con la Russia un prestito d'emergenza. Un ciclone che si è abbattuto in pochi giorni sul piccolo Stato dell’Islanda, che è solo il primo di una lunga lista, tra le economie occidentali più deboli.

Una crisi vero o falsa che sia, è pur sempre una crisi, ma chi ha fatto scatenare questi ingranaggi e perchè il suo obbiettivo è quello di far cambiare l'economia mondiale? Per oro, diamanti, petrolio? Oggi c’è qualcosa che vale molto di più, anche se nessuno vuole ammetterlo, ed è il nuovo meccanismo economico, l'accesso alla rete e al sistema. Vitale come lo sono i porti per le merci, l’etere è l’autostrada dei dati e delle transazioni, delle informazioni e degli scambi. Sicuramente viviamo in un'epoca talmente storica che non ce ne rendiamo neanche conto. Noi siamo la generazione che sta per cambiare l'umanità, e sta scrivendo un capitolo importante della storia, in cui il nostro controvalore viaggerà lungo strade di aria ionizzata. Questa è la direzione in cui stiamo andando, un nuovo millennio. Ci sono forze che spingono masse indistinte a ricoprire il ruolo degli "idioti utili", per scatenare, al loro comando, le sommosse e così nuove manipolazioni, per ottenere consensi su provvedimenti impopolari. Ricordate che l'11 settembre, tutto il mondo è stato ingannato, e oggi le potenti lobbies, gli invisibili, hanno scatenato la più grande "balla economica mondiale", che cade sempre sulle spalle degli "utili idioti" che vi abboccano, perchè sono egoisti e avidi. Una crisi, dunque, che punirà chi, inconsciamente, è al soldo della manipolazione del secolo

martedì 14 ottobre 2008

Resisti Saviano...........!!!

Roberto Saviano sarà ucciso dalla camorra entro Natale
Ottobre 14, 2008

A denunciare l’intenzione del clan del casertano - oggetto di ampia parte del best-seller Gomorra di Roberto Saviano - è stato un agente di polizia giudiziaria, che ha riportato all’Antimafia una notizia di ‘”seconda mano”. Hanno stabilito una data, come stessero scrivendo il loro “romanzo” nero dei conti da regolare. Stavolta i padrini che dirigono il gruppo stragista del clan dei casalesi avrebbero deciso persino un termine per distruggere la vita di Roberto Saviano. È quanto avrebbe rivelato alla direzione distrettuale Antimafia di Napoli un ufficiale di polizia che a sua volta aveva avuto la “soffiata” dal “superpentito” Carmine Schiavone, cugino e omonimo del capoclan dei Casalesi, soprannominato Sandokan. L’uomo ha fatto sapere che a ridosso di Natale dovrà scattare la tragica vendetta contro lo scrittore; “troppo caos ha provocato quel libro. Saviano verrà ucciso insieme alla sua scorta”. Secondo la Repubblica l’informazione sarebbe attendibile e il Corriere della Sera aggiunge informazioni dettagliate sul piano per uccidere Roberto Saviano.
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RICORDATE EMILIO FEDE POCHE SETTIMANE FA COSA DICEVA DI ROBERTO SAVIANO E DELL'INUTILITA' DELLA SCORTA A LUI DEDICATA ??

SE VOLETE INVIARGLI UN VOSTRO PENSIERINO GENTILE:
REDAZIONETG4@MEDIASET.IT

mercoledì 8 ottobre 2008

Le banche e la politica cialtrona

Fonte: Blog di Beppe Grillo

Se cammino per la strada la gente mi ferma e mi usa come un consulente finanziario. Hanno letto i miei post sull’economia e mi trattano da profeta. Io sono solo un ragioniere. L’economia, in fondo, è semplice. Il disastro era davanti a noi, lo si sapeva. Chi, in Italia, era nei posti chiave non poteva non sapere, il problema è che taceva e si occupava d’altro. L’otto luglio a Piazza Navona ho parlato di economia, dei rischi che stava correndo. I giornali e le televisioni hanno riportato solo le gravi e inaudite offese a Napolitano che ho chiamato Morfeo. Leggetevi il discorso. Tra le altre cose affermavo:
“Abbiamo uno dei debiti pubblici più grandi del mondo: 1.647 miliardi di euro. Ogni anno aumenta di 80 miliardi per gli interessi. Solo a marzo abbiamo pagato 23 miliardi di interessi sul debito. Nel 2008 chiuderanno 300.000 aziende. 300.000! E le altre piccole aziende sono in mano alle banche con dei debiti che arrivano a 780 miliardi di euro. Non fallirà solo lo Stato. Falliranno le banche...”
Io, un comico deriso dai politici e da giornalisti servi, parlavo di economia mentre loro si dedicavano a:
- Impronte ai Rom
- Lodo Alfano
- Abolizione delle intercettazioni
- Comitato di vigilanza Rai
- Alitalia (già venduta mesi prima a Air France)
- Legge blocca processi
- Abolizione dell’ICI
- Prostitute nelle strade
- Rete4.
Chi ci sta portando sull’orlo dell’abisso deve fare un passo avanti e buttarsi di sotto. Veltrusconi, in fondo vi conviene, meglio gettarsi da soli che essere lanciati.
Banche e politica sono la stessa cosa. Se un banchiere a capo della più grande banca, forse la più solida e patrimonializzata, del Paese si rifiuta di soccorrere Telecom pagandola 2,8 euro quando ne valeva 1,5 o di entrare nella farsa del salvataggio di Alitalia, allora va educato. Se poi lo stesso banchiere si confronta più volte con Geronzi, presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, allora Profumo va punito. Unicredit con il titolo a picco, forse nazionalizzata. “Per poterti mangiare meglio, Italia mia”.
Ps: Il capolinea sta arrivando. Ripeto: il capolinea sta arrivando.

domenica 5 ottobre 2008

Crack bancari: crisi del Sistema o fallimento controllato?

Marcello Pamio - 19 settembre 2008
Fonte: www.Disinformazione.it
Quello che purtroppo (o per fortuna?) era stato previsto da anni si sta verificando.
Il Sistema Economico sta letteralmente crollando sotto il peso di debiti, speculazioni, investimenti forsennati e satanici, oppure è arrivato l’occasione e la possibilità di destare le nostre coscienze?
Importantissime banche come Citigroup, Bear Stearns, Lehman Brothers e Merrill Lynch, tanto per citare solo qualcuna, hanno fatto un triste epilogo. La Lehman è fallita e ha già chiesto l’amministrazione controllata (ex articolo 11), la Merrill Lynch è invece stata salvata, o per meglio dire, acquistata dalla Bank of Amerika.

Richard Fuld, il padre-padrone della Lehman (quarta banca d’affari statunitense) esce da questo crack in piedi: “dal 1993 fino al 2007 ha conseguito tra stipendi, bonus, stock options la meravigliosa cifra di 466 milioni di dollari”[1]. Cifra questa di tutto rispetto, ma non completa, perché bisogna sommare la buona uscita di 22 milioni di dollari, maturata prima del fallimento bancario! Non male, vero?
Dall’altra parte Stanley O’Neal, ex numero uno di Merrill Lynch lascia il suo prestigioso ufficio con una pensione da 161 milioni di dollari[2], e questo dopo aver creato una voragine da 40 miliardi di dollari.
Il mega boss della Citigroup, Chuck Prince, si è intascato invece 68 milioni di dollari, e l’ex presidente di Bear Stearns, Jimmy Cayne soli 60 milioni di dollari.[3]

La cosa interessante e che si ripete ogni qualvolta una azienda crolla e/o fallisce, i manager escono sempre a testa alta e con le tasche piene di denaro. Denaro dei contribuenti
Per esempio la Lehman ha creato un buco nero di oltre 639 miliardi di dollari, il maggiore crac della storia economica americana (oltre dieci volte il già gigantesco buco della Enron), e nonostante questo Richard Fuld esce con decine di milioni di dollari.
Questo dovrebbe farci riflettere…

Ecco l’elenco dei più grandi crac della storia moderna:
1) Lehman Brothers (639 miliardi)
2) Worldcom (103,9 miliardi)
3) Enron (63,4 miliardi)
4) Conseco (61,4 miliardi)
5) Texano (35,9 miliardi)
6) Financial Corp. of America (33,9 miliardi)
7) Refco (33,3 miliardi)
8) IndyMac Bancorp (32,7 miliardi)
9) Global Crossing (30,2 miliardi)
10) Calpine (27,2 miliardi).

La questione importante però è un’altra.
Le banche che chiudono i battenti sono il segnale che il Sistema sta crollando o invece anche queste rientrano in manovre occulte da parte di coloro che operano dietro le quinte?

Osservando gli azionisti di Lehman Brothers risultano delle cose molto interessanti:
AXA (9.46%);
FMR Corporation (5.69%);
Citigroup (4.5%);
Barclays Plc (3.92%);
State Street Corporation (3.1%);
Morgan Stanley (3.1%);
Mellon Financial (1.9%);
Vanguard Group (1.9%);
Deutsche Bank AG (1.4%), ecc.

Vediamo gli azionisti di Merrill Lynch:
FMR Corporation (4.8 %);
Barclays Plc (3.5%);
Janus Capital Corp. (2.9%);
Citigroup (2.6%);
AXA (2.40%);
State Street Corporation (0.12%), ecc.

Tutti questi azionisti si possono scremare ulteriormente perché per esempio State Street Corp. è controllata dal gruppo Barclays (quindi Rothschild) della City di Londra.
In pratica le due banche crollate (Lynch e Brothers ma anche tutte le altre) appartengono a quei due gruppi che controllano realmente l'economia planetaria: il ramo statunitense dei Rockefeller e quello europeo dei Rothschild: le due ali dello stesso avvoltoio (o aquila calva del Grande Sigillo statunitense).

Nomi di casate storiche ebraiche che si possono citate solo nei libri e/o articoli sul complottismo ma sono invece tabù nella carta stampata o in televisione. Chissà come mai…
Quindi il crollo di grosse banche potrebbe rientrare nel cosiddetto “fallimento controllato”.
Per quale motivo lascerebbero fallire delle proprie aziende?

Lo sfruttamento del Mercato avviene spesso attraverso le cosiddette “Branch” (rami, derivazioni), che vengono create ad hoc per raggiungere determinati obiettivi. Questo ovviamente fino all’esaurimento.
Quando il mercato è stato spolpato ed è divenuto sterile, si chiude la filiale, creata per tale scopo, e gli utili vengono spartiti tra di loro.[4]
Il buco lasciato? Non ci sono problemi: paga Pantalone, cioè il cittadino suddito!

La Lehman Brothers ha dichiarato fallimento, come una qualsiasi azienda che non vuole pagare i suoi creditori.[5] Più semplice di così: quasi 700 miliardi di dollari di debito che sarà rimpinguato dal Governo (con la tipografia ufficiale Federal Reserve) e quindi dai sudditi.
La Merrill Lynch, Fannie Mae e Freddie Mac (le due società con un portafoglio di circa 6000 miliardi di dollari in mutui ipotecari) e le altre idem.
Questo “fallimento controllato” però non riguarda i grossi Imperi che stanno dietro le quinte, ma le “Branch”, cioè i rami collegati, che come in botanica si possono potare quando diventano marci e inutili.

In pratica bruciano i soldi nostri per poi ributtarsi nella mischia come lupi assatanati alla ricerca di nuovi mercati da sbranare.
Dall’altra parte, grazie a questi crash controllati, possono far legiferare ai loro camerieri (politici) leggi che stringono ulteriormente le libertà individuali di tutti noi, e che non sarebbero mai passate altrimenti.
Certamente faranno saltare altre banche d’affari, d’investimento, assicurazioni, società mutualistiche (la prossima sarà AIG, American Internationale Group, la più grande società di assicurazioni del mondo, anche se verrà salvata in extremis dal governo): 1929 docet.
Di una cosa però in tutto questo scenario i Burattinai non hanno tenuto conto: tale crisi sistemica dei mercati e delle finanze, pur se controllata, avrà sempre la funzione pedagogica di far prendere coscienza a molte persone di tutto questo Sistema e anche delle possibili soluzioni.

Coscienza che il Sistema è in metastasi e che non potrà quindi avere una vita lunga con le cure allopatiche odierne: iniezioni di liquidità, stampa di moneta, chirurgia bancaria, ecc.
Coscienza che il denaro è un mezzo e non un fine, e che possiamo acquistare (merci e prodotti) SOLO perché NOI lo accettiamo (il denaro).
Un pezzo di carta, un foglietto, uno “Sconto che cammina”, uno Scec, per fare solo dei piccoli esempi, hanno lo stesso valore del denaro: basta accettarli!
La vera guarigione avverrà nel momento in cui si passerà da un Sistema luciferico centrato nel dio denaro e nel potere dell’uomo sull’uomo, ad un Sistema dove invece è l’Uomo al centro e il collante l’Unione e la Solidarietà.

I Grandi Manipolatori possono far crollare decine di banche, piazzare l’esercito nelle città, installare videocamere e microfoni ovunque (cose che stanno realizzando), mettere in ginocchio milioni di persone, far esplodere la bolla immobiliare, ma non possono proprio far nulla a livello di Coscienza Individuale.
Su questo terreno i Rothschild, Rockefeller e tutti gli altri possono solo stare a guardare…(e con invidia).
[1] “Richard ‘Gorilla’ Fuld vale 466 milioni di dollari”, Marco Mairate, http://new.bluerating.com/protagonisti/59-il-fatto/1280-richard-gorilla-fuld-vale-466-milioni.html
[2] Idem
[3] Idem
[4] “Le branch e il fallimento controllato delle multinazionali”, Etleboro Italia, http://etleboro.blogspot.com/
[5] Idem

"Tenete lontani i cellulari dai bambini: aumentano il rischio cancro al cervello"

I primi a dover diminuire l'uso dei telefonini – fanno sapere gli studiosi della Pennsylvania – dovrebbero essere i bambini, il cui cervello è ancora in fase di crescita.
Tratto dal sito http://www.tecnicadellascuola.it del 24 luglio 2008 a firma di Alessandro Giuliani

Notizie allarmanti dall’Università di Pittsburgh: i telefonini andrebbero sempre utilizzati con parsimonia e con gli auricolari. Una precauzione da adottare soprattutto dai giovani, i cui organi sono ancora in crescita. Le conclusioni risultano completamente diverse rispetto ad altri studi, ma se i ricercatori della Pennsylvania dovessero avere ragione tra qualche decennio potremmo pentirci amaramente di aver guardato con indifferenza a quell’80% di under 18 che non si stacca mai dal cellulare (nemmeno a scuola e quando dorme).

Continuano a alternarsi gli esiti di approfonditi studi sui rischi per il cervello derivanti dall’uso dei telefoni cellulari: la versione stavolta è in chiave allarmistica e proviene da uno dei più importanti centri di ricerca per il cancro americani, l’Università di Pittsburgh. Qui i ricercatori hanno paragonato i cellulari a una vera e propria roulette russa per la salute: proprio per evitare l’aumento di rischi di tumori al cervello i telefonini, in pratica, andrebbero sempre utilizzati con parsimonia e possibilmente con gli auricolari. I suggerimenti si spingono verso situazioni sinora mai considerate, come quella di non usare i cellulari in luoghi pubblici ristretti, come gli autobus, per non mettere a rischio le persone vicine.

Ma la raccomandazione più grande riguarda ancora una volta i più giovani: “i primi a dover diminuire l'uso dei telefonini – fanno sapere gli studiosi della Pennsylvania - dovrebbero essere i bambini, il cui cervello è ancora in fase di crescita”. Una conclusione, che se confermata nel tempo da altre analoghe, potrebbe cambiare i costumi di vita degli under 20 di mezzo mondo (quello tecnologicamente avanzato). Lo scorso 9 luglio il guru mass-mediologo Derrick de Kerckhove ha affermato, durante una conferenza sui “Nativi digitali” (i giovani nati dal 1993 in poi), che durante un’ampia ricerca svolta in Canada per Motorola è emerso come l’80% dei ragazzi con meno di 18 anni non si stacchi mai dal telefonino, lasciandolo acceso e pochi centimetri anche mentre dorme.

Ed anche in Italia le cose non vanno molto meglio: una recente indagine, chiamata “Minori e telefonia mobile”, condotta dal Centro studi minori e media di Firenze, in scuole elementari, medie e superiori di 20 città e di 10 regioni italiane, su un campione di 2.264 studenti e 1.541 genitori, è emerso che già alle elementari 8 alunni su 10 possiedono almeno un telefonino: ma la cosa forse più sconvolgente è che alle superiori l'80% lo tiene sempre acceso in classe anche durante le lezioni (anche a dispetto della Direttiva n. 104 del ministero della Pubblica Istruzione del 30 novembre scorso).

Statistiche che dovrebbero riflettere far riflettere ancora di più alla luce dell'allarme lanciato dal direttore dell'istituto oncologico dell'università statunitense, Ronald Herberman, che in una lettera ai membri dell'università ha riportato alcuni studi preliminari e tuttavia non ancora pubblicati, dimostrerebbero la pericolosità dei telefonini. Herberman ha spiegato che anche se la scienza impiegherà anni prima di dimostrare la connessione tra la malattia e l'uso dei cellulari, gli utenti dovrebbero cominciare da subito a prendere delle contromisure.
Le considerazioni del centro di ricerca vanno prese sul serio non solo per la sua comprovata serietà scientifica, ma anche perché formulate in una città, Pittsburgh, che dopo essere stata considerata per anni una “la città dell’acciaio” per la forte presenza di industrie di questo genere, viene oggi definita come il “cuore pulsante delle telecomunicazioni in Pennsylvania”.

La teoria sconfessa quelle pubblicate finora, che hanno escluso qualunque rischio concreto derivante dall'uso dei cellulari. L'università dello Utah aveva ad esempio concluso all'inizio del 2008, dopo aver analizzato vari studi sull'argomento, che non è dimostrabile nessun incremento nel numero di tumori al cervello dovuto all'uso di cellulari. Alla stessa conclusione sono arrivati anche altri studi condotti al di fuori degli Stati Uniti, come in Francia e Norvegia.
Per i ricercatori dell’Università di Pittsburgh sia i dati scientifici che le caricature su internet non cambierebbero lo stato delle cose: "Anche se controversi - ha detto il direttore del centro di ricerca universitario - siamo convinti che ci siano dati sufficienti per prendere delle precauzioni nell'uso dei cellulari".

venerdì 3 ottobre 2008

La bufala campana

Cronaca 2 Ottobre 2008 Fonte: Napolipress - Youtube - RaiNews 24

L´assalto al treno per Roma sarebbe stato solo una montatura, un´esagerazione giornalistica

Vi proponiamo un servizio andato in onda sul canale satellitare RaiNews 24, secondo cui l´assalto al treno per Roma sarebbe stato solo una montatura, un´esagerazione giornalistica.
Il giornalista Enzo Cappucci ha raccolto le tesimonianze di un sindacalista della Polizia, Tommaso Delli Paoli, del giudice Antonello Ardituro e del giornalista austriaco Jacob Rosenberg, che si trovava a bordo del treno e che smentisce categoricamente che i vagoni siano stati devastati.