Fonte: www.beppegrillo.it
Libellule o scarafaggi (espandi | comprimi)
Cosa volete essere nel 2011? Libellula o scarafaggio? In comune questi due insetti hanno la capacità di resistere a tutto. Sono sopravvissuti ai dinosauri. Come gli italiani, anch’essi sono indistruttibili. Se sarete il tipo libellula dovrete volare il più velocemente possibile per sfuggire alle piaghe d’Italia al cui confronto quelle d’Egitto vi sembreranno una favola per bambini. Se, invece, opterete per il tipo scarafaggio potrete rifugiarvi in ogni scarico, in ogni tunnel a disposizione con però il rischio di trovarvi uno Schifani o un Mastella. Non spaventatevi per il domani, l’italiano non teme nulla. Il debito pubblico da 1.900 miliardi, la disoccupazione al 14 per cento reale, un debito privato di 20.000 euro per famiglia, milioni di precari, mezzo milione di cassintegrati che diventeranno disoccupati nel 2011 con l’esaurimento dei fondi per la cassa integrazione, le banche che falliscono come Il Banco Emiliano Romagnolo non possono preoccuparlo.
Se ci sarà un crack i mezzi per pagarlo ci sono tutti e sono i suoi. Il patrimonio degli italiani, esclusi gli immobili, che valgono sempre meno, è di 4.300 miliardi. Nel 2011 arriveremo a 2.000 miliardi di euro di debito pubblico. Possiamo pagarli senza problemi con i nostri depositi e i nostri conti correnti e in più ci rimarrà qualcosa in tasca. Obama ci invidia, ha scritto il Sole24 Ore, il giornale della Confindustria che prende i finanziamenti pubblici senza vergognarsi. Gli americani infatti non hanno i nostri risparmi, che non sono più solo nostri, ma anche di Tremorti per il quale il debito pubblico e i patrimoni privati sono la stessa cosa e se ne vanta in tutta Europa.
I nostri ragazzi nelle piazze non protestano solo contro la legge Gelmini, ma contro il furto del loro futuro. Non avranno la sicurezza di un lavoro, di una casa, di una famiglia e neppure di una pensione quando avranno compiuto i 70 anni. Niente. Quando una generazione si accorge di non avere più nulla da perdere ha due scelte: o fa la rivoluzione o emigra. Qualche milione di ragazzi e ragazze italiani ha già scelto l’emigrazione in questi anni, in Europa siamo la prima nazione per nuovi emigranti, noi, non i Paesi dell’Est o dell’Africa. La differenza tra noi e gli altri è che non usiamo ancora i barconi, ma possiamo permetterci il treno o l’aereo.
Cemento e futuro (espandi | comprimi)
Abbiamo esportato all’estero milioni di laureati, formati con i sacrifici delle famiglie e i soldi dello Stato, e importato milioni di muratori a basso costo. L’Italia è cementificata dalle Alpi a Capo Passero, ma ogni anno riescono a costruire ancora, dalle spiagge della Sardegna ai centri cittadini dove si costruiscono appartamenti SOPRA gli edifici già esistenti, si fanno i rialzi…
Un Paese che ospiterà l’EXPO 2015 dedicato a “Nutrire il Pianeta”, lo celebrerà con la costruzione di centinaia di migliaia di metri cubi di cemento e la speculazione immobiliare dei pochi terreni ancora non fabbricati intorno a Milano. L’Italia sta scomparendo sotto il cemento dove vengono riciclati i soldi delle mafie, della Camorra, della ‘Ndrangheta, degli evasori totali graziati dallo Scudo Fiscale.
L’Italia sta scomparendo come l’Amazzonia. La buona notizia è il crollo dell’edilizia, entro il 2011 ci saranno 290.000 occupati in meno con minori investimenti nel settore di circa 30 miliardi rispetto al 2008.
A Milano e a Roma ci sono decine di migliaia di alloggi vuoti, intere città fantasma all’interno delle città, per cosa costruiamo ancora? Il mattone rappresenta metà del patrimonio degli italiani. Metà! Una cifra incredibile, inconcepibile. Negli ultimi dieci anni il PIL dell’Italia è cresciuto meno rispetto a tutti i Paesi della Terra tranne Haiti. Siamo 179esimi su 180 nazioni. L’agricoltura ha perso quote di mercato, l’industria è in crisi nera. Ci siamo giocati l’innovazione con l’Olivetti, Italtel, Telecom Italia, Telespazio, la distruzione del settore informatico. L’unico settore che è cresciuto è stato quello dell’edilizia che ora sta franando.
Siamo diventati una nazione di manovali. C’è però un settore che non ha avuto mai flessioni, in cui chi ha operato ha ottenuto il successo personale, stipendi e benefit superiori a qualunque altro Stato del mondo.
È il settore della politica che dispone di un miliardo di euro di finanziamenti pubblici, nonostante un referendum li abbia aboliti, con 20.000 euro al mese di stipendio per dipendente, auto blu, apparizioni televisive come delle star del cinema, pensione dopo dopo due anni e mezzo e l’assoluta impunità giudiziaria come è avvenuto per Berlusconi, Cosentino, Cuffaro, Dell’Utri.
Il Palazzo affonderà (espandi | comprimi)
Il Palazzo affonderà, su questo non ci sono dubbi. Se avverrà in modo traumatico, con gli elicotteri, o con una lenta agonia non lo so.
So che quando ci guarderemo indietro e vedremo questi leader ci chiederemo come abbiamo fatto a avere un Veltroni, un Fassino, un Gasparri, un Cicchitto o un La Russa a governare il Paese. Ci vergogneremo e non ci avremo spiegazioni per i nostri nipoti.
Questa classe politica ha fallito e deve andarsene in blocco prima che sia troppo tardi. I giovani devono prendere il controllo del Paese per servire il Paese, non per usarlo come hanno fatto questi farabutti. I cittadini devono auto organizzarsi come avvenne dopo la caduta del fascismo per salvare il salvabile e ripartire. Il MoVimento 5 Stelle fatto da incensurati, non iscritti ai partiti, è una possibilità di cambiamento, dell’ingresso del cittadino in prima persona in politica. Non abbiamo bisogno di leader, non esistono i leader, abbiamo bisogno di milioni di cittadini che facciano qualcosa per il loro Paese.
La crisi non è solo economica, ma produttiva. Questa è la parte più difficile da ricostruire, non possiamo esportare cemento, per rilanciare l’Italia è necessario investire nell’innovazione e nella ricerca e liberare le forze produttive dalla burocrazia e da un peso fiscale insostenibile. Ci vogliono coraggio, fantasia, intelligenza, gioventù, rischio imprenditoriale. Nei momenti peggiori si è sempre visto l’italiano migliore.
Vi auguro un 2011 da libellule filanti. Sursum corda. In alto i cuori.
venerdì 31 dicembre 2010
mercoledì 3 novembre 2010
SCORTA A PUTTANE…..BASTA !
SCORTA A PUTTANE…..BASTA !
3 novembre 2010
PARLANO GLI UOMINI DI SCORTA A BERLUSCONI.
FACCIAMO UN COPIA-INCOLLA DI QUESTO ARTICOLO DE “IL FATTO” IN QUANTO LO RITENIAMO UN ATTO DI DENUNCIA CIVILE.PER QUESTO VI INVITIAMO A PUBBLICARLO SULLE VOSTRE BACHECHE SUI VOSTRI BLOG,
TUTTI DEVONO SAPERE CHE UOMINI DELLE FORZE DELL’ORDINE SONO SOTTRATTI AI LORO COMPITI ISTITUZIONALI PER FARE DA “ACCOMPAGNATORI” ALLE PUTTANELLE DEL SULTANO, QUESTA SAREBBE LA POLITICA DELLA SICUREZZA PER NOI…
Lo sfogo della scorta: basta, non siamo Carabinieri per fare la guardia alle escort del premier
di Gianni Barbacetto
“Non ne possiamo più. Non siamo diventati carabinieri per fare la guardia alle escort del premier. Molti nostri colleghi sono morti mentre facevano la scorta a magistrati o politici che difendevano lo Stato. E noi, invece… È mai possibile essere ridotti cosi?”. A parlare sono alcuni “ragazzi” dei servizi di scorta. Carabinieri allenati a difendere le “personalità” loro affidate fino a mettere a rischio la propria vita. “Ma qui ci fanno fare i tassisti dei festini. Per questo, dopo essere stati tanto zitti e obbedienti, ora vogliamo, a nostro rischio, far sentire la nostra voce”. Cominciano i racconti, che si incrociano, si intrecciano e si sommano.
“LE FESTE ad Arcore si tengono nei giorni del fine settimana, dal venerdì al lunedì. Molte sono proprio di lunedì. Nell’estate si moltiplicano. Noi accompagniamo le personalità fino alla villa e poi aspettiamo fuori. Vediamo un giro di ragazze pazzesco. Arrivano con vari mezzi. Moltissimi Ncc, le auto a noleggio con conducente. Alcuni pulmini, di quelli da 10-15 posti. Una volta abbiamo visto alcune ragazze scendere da due fuoristrada di quelli massicci. Alcune ragazze le porta direttamente Emilio Fede nella sua auto, altre scendono dalla macchina di Lele Mora con targa del Canton Ticino”.
“L’estate scorsa abbiamo visto molte feste alla villa di Arcore. Altre volte abbiamo accompagnato le nostre personalità in ristoranti di Milano, come ‘da Giannino’, in via Vittor Pisani, zona stazione Centrale. O in una casa privata di zona Venezia. Che ne sappiamo noi di che cosa succede là dentro? Ce li immaginiamo, magari fanno uso di droghe o infrangono la legge e ridono di noi, dicendo: noi siamo qua al sicuro, abbiamo anche i carabinieri che ci proteggono. E che gente c’è a quelle feste? Noi per arruolarci nell’Arma dobbiamo dimostrare di essere puliti per due generazioni, i nostri padri e i nostri nonni, e finiamo a far la guardia a gente che magari pulita non è”.
“Sì, la scorsa estate ad Arcore c’era un gran via vai. Ruby? No, non me la ricordo, ma sa, sono tante, tutte uguali, tutte giovani… Abbiamo riconosciuto una giornalista. E Flo, quella che ha partecipato alla ‘Pupa e il secchione’. Poi una bionda che era stata al Grande Fratello… Molte si capisce che sono straniere, tante hanno la cadenza napoletana. Poi alcune escono a fine festa, altre si fermano lì per la notte, ma è difficile tenere la contabilità, c’è un tale via vai…”.
“CI È CAPITATO di fare missioni all’estero e di incontrare colleghi stranieri che fanno il nostro stesso lavoro: ci sfottono per questa storia delle feste, delle ragazze. Ma è mai possibile che dobbiamo vergognarci, noi che vorremmo lavorare per le istituzioni e difendere lo Stato? Abbiamo orari massacranti, turni di otto ore al giorno che spesso diventano dodici. Facciamo anche 120 ore di straordinario, ma ce ne pagano al massimo trenta, a 6 euro e mezzo all’ora, più un buono pasto da 7 euro. Va bene, non ci lamentiamo, è il nostro lavoro. Ma lo vorremmo fare per lo Stato, non per questa vergogna. Vorremmo proteggere le personalità delle istituzioni, non gente che ci fa vergognare davanti al mondo”.
“Comunque non ci lamentiamo del nostro stipendio. Solo ci chiediamo se è giusto che una ragazza giovane e carina senz’altra esperienza politica prenda 15 mila euro al mese, perché è stata fatta diventare consigliere regionale. Il presidente? Con noi è gentile. Qualche volta è venuto a salutarci, a raccontaci qualche barzelletta. Una volta ci ha fatto, ammiccando, una battuta: ‘Eh, beati voi che adesso andate a casa a dormire, a me invece tocca trombare’. Un’altra volta ci ha portato qualche ragazza e ce l’ha presentata. Una notte ci ha mandato una ragazza che ci ha fatto la danza del ventre…”.
“A fine serata riportiamo le personalità a casa. Vediamo alcune ragazze uscire e tornare verso Milano, altre restano nella villa per la notte. Capita che dobbiamo scortare personalità che fanno il giro a riaccompagnare le ragazze nei residence milanesi, alla Torre Velasca o in corso Italia. L’ultima magari se la portano a casa. E noi dobbiamo accompagnare la nostra personalità fino alla porta dell’appartamento: è imbarazzante salire in ascensore con un signore anziano e una ragazzina. Pensiamo alle nostre figlie e diciamo che non ci piace questo mondo. Sarà moralismo, ma non ci piace”.
3 novembre 2010
PARLANO GLI UOMINI DI SCORTA A BERLUSCONI.
FACCIAMO UN COPIA-INCOLLA DI QUESTO ARTICOLO DE “IL FATTO” IN QUANTO LO RITENIAMO UN ATTO DI DENUNCIA CIVILE.PER QUESTO VI INVITIAMO A PUBBLICARLO SULLE VOSTRE BACHECHE SUI VOSTRI BLOG,
TUTTI DEVONO SAPERE CHE UOMINI DELLE FORZE DELL’ORDINE SONO SOTTRATTI AI LORO COMPITI ISTITUZIONALI PER FARE DA “ACCOMPAGNATORI” ALLE PUTTANELLE DEL SULTANO, QUESTA SAREBBE LA POLITICA DELLA SICUREZZA PER NOI…
Lo sfogo della scorta: basta, non siamo Carabinieri per fare la guardia alle escort del premier
di Gianni Barbacetto
“Non ne possiamo più. Non siamo diventati carabinieri per fare la guardia alle escort del premier. Molti nostri colleghi sono morti mentre facevano la scorta a magistrati o politici che difendevano lo Stato. E noi, invece… È mai possibile essere ridotti cosi?”. A parlare sono alcuni “ragazzi” dei servizi di scorta. Carabinieri allenati a difendere le “personalità” loro affidate fino a mettere a rischio la propria vita. “Ma qui ci fanno fare i tassisti dei festini. Per questo, dopo essere stati tanto zitti e obbedienti, ora vogliamo, a nostro rischio, far sentire la nostra voce”. Cominciano i racconti, che si incrociano, si intrecciano e si sommano.
“LE FESTE ad Arcore si tengono nei giorni del fine settimana, dal venerdì al lunedì. Molte sono proprio di lunedì. Nell’estate si moltiplicano. Noi accompagniamo le personalità fino alla villa e poi aspettiamo fuori. Vediamo un giro di ragazze pazzesco. Arrivano con vari mezzi. Moltissimi Ncc, le auto a noleggio con conducente. Alcuni pulmini, di quelli da 10-15 posti. Una volta abbiamo visto alcune ragazze scendere da due fuoristrada di quelli massicci. Alcune ragazze le porta direttamente Emilio Fede nella sua auto, altre scendono dalla macchina di Lele Mora con targa del Canton Ticino”.
“L’estate scorsa abbiamo visto molte feste alla villa di Arcore. Altre volte abbiamo accompagnato le nostre personalità in ristoranti di Milano, come ‘da Giannino’, in via Vittor Pisani, zona stazione Centrale. O in una casa privata di zona Venezia. Che ne sappiamo noi di che cosa succede là dentro? Ce li immaginiamo, magari fanno uso di droghe o infrangono la legge e ridono di noi, dicendo: noi siamo qua al sicuro, abbiamo anche i carabinieri che ci proteggono. E che gente c’è a quelle feste? Noi per arruolarci nell’Arma dobbiamo dimostrare di essere puliti per due generazioni, i nostri padri e i nostri nonni, e finiamo a far la guardia a gente che magari pulita non è”.
“Sì, la scorsa estate ad Arcore c’era un gran via vai. Ruby? No, non me la ricordo, ma sa, sono tante, tutte uguali, tutte giovani… Abbiamo riconosciuto una giornalista. E Flo, quella che ha partecipato alla ‘Pupa e il secchione’. Poi una bionda che era stata al Grande Fratello… Molte si capisce che sono straniere, tante hanno la cadenza napoletana. Poi alcune escono a fine festa, altre si fermano lì per la notte, ma è difficile tenere la contabilità, c’è un tale via vai…”.
“CI È CAPITATO di fare missioni all’estero e di incontrare colleghi stranieri che fanno il nostro stesso lavoro: ci sfottono per questa storia delle feste, delle ragazze. Ma è mai possibile che dobbiamo vergognarci, noi che vorremmo lavorare per le istituzioni e difendere lo Stato? Abbiamo orari massacranti, turni di otto ore al giorno che spesso diventano dodici. Facciamo anche 120 ore di straordinario, ma ce ne pagano al massimo trenta, a 6 euro e mezzo all’ora, più un buono pasto da 7 euro. Va bene, non ci lamentiamo, è il nostro lavoro. Ma lo vorremmo fare per lo Stato, non per questa vergogna. Vorremmo proteggere le personalità delle istituzioni, non gente che ci fa vergognare davanti al mondo”.
“Comunque non ci lamentiamo del nostro stipendio. Solo ci chiediamo se è giusto che una ragazza giovane e carina senz’altra esperienza politica prenda 15 mila euro al mese, perché è stata fatta diventare consigliere regionale. Il presidente? Con noi è gentile. Qualche volta è venuto a salutarci, a raccontaci qualche barzelletta. Una volta ci ha fatto, ammiccando, una battuta: ‘Eh, beati voi che adesso andate a casa a dormire, a me invece tocca trombare’. Un’altra volta ci ha portato qualche ragazza e ce l’ha presentata. Una notte ci ha mandato una ragazza che ci ha fatto la danza del ventre…”.
“A fine serata riportiamo le personalità a casa. Vediamo alcune ragazze uscire e tornare verso Milano, altre restano nella villa per la notte. Capita che dobbiamo scortare personalità che fanno il giro a riaccompagnare le ragazze nei residence milanesi, alla Torre Velasca o in corso Italia. L’ultima magari se la portano a casa. E noi dobbiamo accompagnare la nostra personalità fino alla porta dell’appartamento: è imbarazzante salire in ascensore con un signore anziano e una ragazzina. Pensiamo alle nostre figlie e diciamo che non ci piace questo mondo. Sarà moralismo, ma non ci piace”.
lunedì 10 maggio 2010
Il Fantasma di Eyjafjallajökull. Che fine ha fatto la nube vulcanica?
Tratto da www.disinformazione.it
Il vulcano EyjafjallajokullDa qualche settimana assistiamo in TV alle spettacolari ed inquietanti immagini del vulcano islandese, che erutta ancor oggi liberando fin oltre la tropopausa (1) una grossa e minacciosa nube.
Minacciosa, certo. Per la salute degli islandesi e per i motori degli aerei di linea.
Così, pochi giorni dopo l'inizio dell'esplosione, la Gran Bretagna pensava bene di chiudere il suo spazio aereo inficiato dall'oscura nube.
Eurocontrol, l'ente europeo responsabile del flusso di traffico aereo, emetteva un'informativa SIGMET con tanto di cartografia ove specificava le tre categorie di zone a rischio: no fly (voli proibiti), conditional (voli ammessi a discrezione del comandante), no restriction (voli permessi).
E allora uno dopo l'altro ogni paese europeo, Italia inclusa, chiudeva il suo spazio aereo a garanzia della sicurezza.
E allora? Tutto corretto, no?
Andando un pò, soltanto un pò a fondo nella questione ci si accorge che qualcosa, come sempre, non torna.
La polvere vulcanica fonde intorno alle temperature di 1100 gradi centigradi e si attacca alle pareti interne della camera di combustione e sul cono di espulsione dei motori, incrementandone oltre i limiti le temperature.
Inoltre corrode e danneggia le pale di compressori e turbine, provocando finanche lo stallo del motore, ma anche le superfici di ali e coda, riducendo la quantità di portanza sviluppata. I finestrini poi si opacizzano, impedendo la visione all'atterraggio, ed i freni diventano meno efficienti.
Drammatico direi!
Ma ci riferiamo ad una nube che, appena fuoriuscita dall'esplosione, contiene particelle nell'ordine di millimetri cubici, cioè di entità tale da provocare quanto sopra. Queste particelle poi, nella misura in cui le correnti ascensionali non sono più sufficienti a mantenerle in sospensione, ricadono al suolo. Le altre, via via più piccole fin sotto il micron, restano sospese e potrebbero essere trasportate dalle correnti a getto (venti d'alta quota) anche per centinaia di chilometri.
Bene: secondo le carte pubblicate da Eurocontrol, le zone a rischio si estenderebbero dall'Islanda fino alla Russia ma anche dall'Islanda fino all'America Centrale!
Capito bene?
In altre parole, le correnti a getto, correnti che spirano da Ovest, avrebbero trasportato le nanoparticelle implicate verso Est fino a svariate migliaia di chilometri MA in qualche modo le stesse sarebbero anche state sospinte controcorrente fino al Portorico!
Questa "curiosa" teoria non è mai stata verificata né avallata da analisi scientifiche dell'aria, effettuate da alcuno degli stati che avevano chiuso il proprio spazio aereo, e neppure da alcun avvistamento da parte di piloti. Puramente una teoria che, per qualche ragione, è apparsa a tutti ragionevole.
Ma perché soltanto oggi appare tale?
Perché per decine d'anni si è volato sull'aeroporto di Catania, con l'Etna attivo e la quotidiana nube traversale alle rotte di volo, soltanto evitandola "a vista" e soltanto di qualche decina di chilometri? Il pilota sa bene che già a tale distanza, ove non è più visibile, la nube si è talmente rarefatta da non rappresentare più un pericolo "tecnico" per l'aeromobile.
Semmai le nanoparticelle invisibili potrebbero porre un problema "medico", per la salute di chi all'interno dell'aereo le respira, essendo queste in grado di permeare la membrana cellulare e addirittura interferire col DNA: proprio come quelle emesse dai NON pericolosi inceneritori, no scusate, termovalorizzatori.
Ma questo vale anche e soprattutto di chi, nei pressi del vulcano, ci trascorre l'intera sua vita.
Ed ecco che, qualche giorno fa, la BBC intervista un responsabile di Eurocontrol, il quale con assoluta serenità afferma che effettivamente "il computer" avrebbe fornito dei dati errati, delle proiezioni eccessive sulle aree a rischio.
E così oggi la nube è divenuta un fantasma. Prima c'era, ora non c'è più, domani magari ci sarà ancora.
Nessun media più se ne interessa.
E come la SARS , l'aviaria, la suina, l'antrace, le armi di distruzione di massa irachene, l'incrociatore americano mai affondato dai vietcong, il Lusitania attaccato dai tedeschi, Pearl Harbor dai Giapponesi, le Torri Gemelle da chissà chi e via dicendo, anche la nube fantasma passerà in cavalleria, in attesa di essere riesumata e scenograficamente rivestita per la sua prossima missione: la creazione di un problema per la cui reazione popolare indotta già qualcuno avrà sùbito in mano la perfetta soluzione.
Ma cosa è avvenuto nel frattempo?
In una settimana di cancellazioni a tappeto e MILIONI di passeggeri e merci a terra, il mercato globale si è arrestato ed è già a rischio di tracollo: per i pezzi di ricambio non consegnati, l'industria automobilistica BMW è a rischio fallimento, così come lo sono migliaia di altre industrie, oltreché compagnie aeree, Alitalia-CAE in primis.
Cui prodest: a chi giova tutto ciò? Ci sono ancora dubbi?
Ai soliti noti, le eminenze grigie che controllano stati come la Gran Bretagna e quindi il mondo intero, attraverso le loro reti finanziario-politico-militar-sanitario-universitario-massoniche, che avranno a disposizione nuove migliaia di imprese insolventi da acquisire per una pipa di tabacco, nonché milioni di nuovi poveri da inserire nel novero dei loro schiavi, distratti dai propri problemi quotidiani di sopravvivenza.
Che sia stata un'operazione finanziaria, un'esercitazione militare di portata sovranazionale o una manovra occulta d'altro tipo, è di certo qualcosa che comunque noi popolo non avevamo chiesto, votato o approvato, e di cui senza dubbio abbiamo assistito inermi all'ennesima manipolazione mediatica, nonostante ci sforziamo di sedare l'intima voce dell'intuizione in noi che ci pungola alla diffidenza.
Chi può, comprenda. Chi ancora riesce ad avere il tempo e la salute per farlo, discerna ciò che gli viene offerto in pasto dall'establishment mediatico e politico.
Se si vuol essere pecore, disinteressandosene, oppure struzzi, tenendo la testa sotto la sabbia e le chiappe esposte perché si è compreso ma non si ha il coraggio di alzare la testa, si prenda coscienza che presto la testa non la si potrà più alzare, poiché se si accetteranno determinate restrizioni prossime venture non si avrà più la possibilità di replica, di dissenso come ancora esiste oggi.
Quel giorno, a causa di tutte le nostre paure avremo ceduto la nostra autonomia, di azione ma anche di pensiero e sentimento: libertà sarà per noi essere finalmente controllati, perciò al sicuro!
E senza neppure rendersene conto si avrà già il collare addosso, un chip a radiofrequenze sotto pelle come già oggi hanno cani e qualche star hollywoodiana, collegato al Golem, il messia elettronico, senza il cui marchio "non si potrà nè vendere nè comprare" (l'Apocalisse).
Ed il bello è che saremo stati noi, proprio noi, spaventati, lobotomizzati e malati, ad averlo chiesto!
(1) Tropopausa: è lo strato di atmosfera che separa la troposfera dalla stratosfera, in cui avvengono i fenomeni meteorologici. Si trova ad una quota media di circa 12 km e il suo spessore è variabile.
Il vulcano EyjafjallajokullDa qualche settimana assistiamo in TV alle spettacolari ed inquietanti immagini del vulcano islandese, che erutta ancor oggi liberando fin oltre la tropopausa (1) una grossa e minacciosa nube.
Minacciosa, certo. Per la salute degli islandesi e per i motori degli aerei di linea.
Così, pochi giorni dopo l'inizio dell'esplosione, la Gran Bretagna pensava bene di chiudere il suo spazio aereo inficiato dall'oscura nube.
Eurocontrol, l'ente europeo responsabile del flusso di traffico aereo, emetteva un'informativa SIGMET con tanto di cartografia ove specificava le tre categorie di zone a rischio: no fly (voli proibiti), conditional (voli ammessi a discrezione del comandante), no restriction (voli permessi).
E allora uno dopo l'altro ogni paese europeo, Italia inclusa, chiudeva il suo spazio aereo a garanzia della sicurezza.
E allora? Tutto corretto, no?
Andando un pò, soltanto un pò a fondo nella questione ci si accorge che qualcosa, come sempre, non torna.
La polvere vulcanica fonde intorno alle temperature di 1100 gradi centigradi e si attacca alle pareti interne della camera di combustione e sul cono di espulsione dei motori, incrementandone oltre i limiti le temperature.
Inoltre corrode e danneggia le pale di compressori e turbine, provocando finanche lo stallo del motore, ma anche le superfici di ali e coda, riducendo la quantità di portanza sviluppata. I finestrini poi si opacizzano, impedendo la visione all'atterraggio, ed i freni diventano meno efficienti.
Drammatico direi!
Ma ci riferiamo ad una nube che, appena fuoriuscita dall'esplosione, contiene particelle nell'ordine di millimetri cubici, cioè di entità tale da provocare quanto sopra. Queste particelle poi, nella misura in cui le correnti ascensionali non sono più sufficienti a mantenerle in sospensione, ricadono al suolo. Le altre, via via più piccole fin sotto il micron, restano sospese e potrebbero essere trasportate dalle correnti a getto (venti d'alta quota) anche per centinaia di chilometri.
Bene: secondo le carte pubblicate da Eurocontrol, le zone a rischio si estenderebbero dall'Islanda fino alla Russia ma anche dall'Islanda fino all'America Centrale!
Capito bene?
In altre parole, le correnti a getto, correnti che spirano da Ovest, avrebbero trasportato le nanoparticelle implicate verso Est fino a svariate migliaia di chilometri MA in qualche modo le stesse sarebbero anche state sospinte controcorrente fino al Portorico!
Questa "curiosa" teoria non è mai stata verificata né avallata da analisi scientifiche dell'aria, effettuate da alcuno degli stati che avevano chiuso il proprio spazio aereo, e neppure da alcun avvistamento da parte di piloti. Puramente una teoria che, per qualche ragione, è apparsa a tutti ragionevole.
Ma perché soltanto oggi appare tale?
Perché per decine d'anni si è volato sull'aeroporto di Catania, con l'Etna attivo e la quotidiana nube traversale alle rotte di volo, soltanto evitandola "a vista" e soltanto di qualche decina di chilometri? Il pilota sa bene che già a tale distanza, ove non è più visibile, la nube si è talmente rarefatta da non rappresentare più un pericolo "tecnico" per l'aeromobile.
Semmai le nanoparticelle invisibili potrebbero porre un problema "medico", per la salute di chi all'interno dell'aereo le respira, essendo queste in grado di permeare la membrana cellulare e addirittura interferire col DNA: proprio come quelle emesse dai NON pericolosi inceneritori, no scusate, termovalorizzatori.
Ma questo vale anche e soprattutto di chi, nei pressi del vulcano, ci trascorre l'intera sua vita.
Ed ecco che, qualche giorno fa, la BBC intervista un responsabile di Eurocontrol, il quale con assoluta serenità afferma che effettivamente "il computer" avrebbe fornito dei dati errati, delle proiezioni eccessive sulle aree a rischio.
E così oggi la nube è divenuta un fantasma. Prima c'era, ora non c'è più, domani magari ci sarà ancora.
Nessun media più se ne interessa.
E come la SARS , l'aviaria, la suina, l'antrace, le armi di distruzione di massa irachene, l'incrociatore americano mai affondato dai vietcong, il Lusitania attaccato dai tedeschi, Pearl Harbor dai Giapponesi, le Torri Gemelle da chissà chi e via dicendo, anche la nube fantasma passerà in cavalleria, in attesa di essere riesumata e scenograficamente rivestita per la sua prossima missione: la creazione di un problema per la cui reazione popolare indotta già qualcuno avrà sùbito in mano la perfetta soluzione.
Ma cosa è avvenuto nel frattempo?
In una settimana di cancellazioni a tappeto e MILIONI di passeggeri e merci a terra, il mercato globale si è arrestato ed è già a rischio di tracollo: per i pezzi di ricambio non consegnati, l'industria automobilistica BMW è a rischio fallimento, così come lo sono migliaia di altre industrie, oltreché compagnie aeree, Alitalia-CAE in primis.
Cui prodest: a chi giova tutto ciò? Ci sono ancora dubbi?
Ai soliti noti, le eminenze grigie che controllano stati come la Gran Bretagna e quindi il mondo intero, attraverso le loro reti finanziario-politico-militar-sanitario-universitario-massoniche, che avranno a disposizione nuove migliaia di imprese insolventi da acquisire per una pipa di tabacco, nonché milioni di nuovi poveri da inserire nel novero dei loro schiavi, distratti dai propri problemi quotidiani di sopravvivenza.
Che sia stata un'operazione finanziaria, un'esercitazione militare di portata sovranazionale o una manovra occulta d'altro tipo, è di certo qualcosa che comunque noi popolo non avevamo chiesto, votato o approvato, e di cui senza dubbio abbiamo assistito inermi all'ennesima manipolazione mediatica, nonostante ci sforziamo di sedare l'intima voce dell'intuizione in noi che ci pungola alla diffidenza.
Chi può, comprenda. Chi ancora riesce ad avere il tempo e la salute per farlo, discerna ciò che gli viene offerto in pasto dall'establishment mediatico e politico.
Se si vuol essere pecore, disinteressandosene, oppure struzzi, tenendo la testa sotto la sabbia e le chiappe esposte perché si è compreso ma non si ha il coraggio di alzare la testa, si prenda coscienza che presto la testa non la si potrà più alzare, poiché se si accetteranno determinate restrizioni prossime venture non si avrà più la possibilità di replica, di dissenso come ancora esiste oggi.
Quel giorno, a causa di tutte le nostre paure avremo ceduto la nostra autonomia, di azione ma anche di pensiero e sentimento: libertà sarà per noi essere finalmente controllati, perciò al sicuro!
E senza neppure rendersene conto si avrà già il collare addosso, un chip a radiofrequenze sotto pelle come già oggi hanno cani e qualche star hollywoodiana, collegato al Golem, il messia elettronico, senza il cui marchio "non si potrà nè vendere nè comprare" (l'Apocalisse).
Ed il bello è che saremo stati noi, proprio noi, spaventati, lobotomizzati e malati, ad averlo chiesto!
(1) Tropopausa: è lo strato di atmosfera che separa la troposfera dalla stratosfera, in cui avvengono i fenomeni meteorologici. Si trova ad una quota media di circa 12 km e il suo spessore è variabile.
mercoledì 24 marzo 2010
Calciopoli continua.......
Serie A
Chievo Catania Quote e Scommesse Anomale
I bookmaker AAMS hanno tolto dalla lista delle scommesse sportive per la Serie A la partita che si disputerà oggi a Verona, alle ore 15.00, tra il Chievo e il Catania. Per questo motivo nei nostri pronostici di Serie A non era presente la previsione, che sarebbe stata tra l’altro di 1X.
Già poche settimane ricorderete che successe una cosa simile per Gallipoli-Grosseto, in cui il 2-2 come risultato fisso aveva ricevuto un volume anomalo di giocate. I bookmaker bloccarono la giocata e la partita finì proprio 2-2.
Questi sono segnali che ci danno conferma che Calciopoli e lo scandalo calcio scommesse in Italia siano ancora presenti. Il fatto che i bookmaker abbiano sospeso la giocata va a favore di tutti gli scommettitori onesti, sarebbe molto peggio lasciare scommettere sapendo già come finirà la partita.
Sicuramente i bookmaker avranno già comunicato alle autorità il dato anomalo e ora aspettiamo di capire se i media forniranno maggiori informazioni o se cadrà tutto nel dimenticatoio.
In questo caso il probabile scandalo è ancora più evidente trattandosi di una partita di Serie A che coinvolge milioni di sportivi e scommettitori nel mondo.
Quello che diciamo è che se c’è stata una combine questa sicuramente ricadrà o su i giocatori di una squadra e/o sugli arbitri. Vedremo.
Nel mentre possiamo concentrarci su una bella domenica di Serie A, con un interessantissimo Milan-Napoli e Sampdoria-Juventus.
Aggiornamento del 22/03/2010
Par la cronaca la partita è finita 1-1, quindi il pareggio previsto dalle scommesse anomale è stato confermato.
Chievo Catania Quote e Scommesse Anomale
I bookmaker AAMS hanno tolto dalla lista delle scommesse sportive per la Serie A la partita che si disputerà oggi a Verona, alle ore 15.00, tra il Chievo e il Catania. Per questo motivo nei nostri pronostici di Serie A non era presente la previsione, che sarebbe stata tra l’altro di 1X.
Già poche settimane ricorderete che successe una cosa simile per Gallipoli-Grosseto, in cui il 2-2 come risultato fisso aveva ricevuto un volume anomalo di giocate. I bookmaker bloccarono la giocata e la partita finì proprio 2-2.
Questi sono segnali che ci danno conferma che Calciopoli e lo scandalo calcio scommesse in Italia siano ancora presenti. Il fatto che i bookmaker abbiano sospeso la giocata va a favore di tutti gli scommettitori onesti, sarebbe molto peggio lasciare scommettere sapendo già come finirà la partita.
Sicuramente i bookmaker avranno già comunicato alle autorità il dato anomalo e ora aspettiamo di capire se i media forniranno maggiori informazioni o se cadrà tutto nel dimenticatoio.
In questo caso il probabile scandalo è ancora più evidente trattandosi di una partita di Serie A che coinvolge milioni di sportivi e scommettitori nel mondo.
Quello che diciamo è che se c’è stata una combine questa sicuramente ricadrà o su i giocatori di una squadra e/o sugli arbitri. Vedremo.
Nel mentre possiamo concentrarci su una bella domenica di Serie A, con un interessantissimo Milan-Napoli e Sampdoria-Juventus.
Aggiornamento del 22/03/2010
Par la cronaca la partita è finita 1-1, quindi il pareggio previsto dalle scommesse anomale è stato confermato.
venerdì 19 febbraio 2010
Dopo-terremoto: L'Aquila aspetta ancora il "miracolo" firmato Bertolaso
Dopo-terremoto: L'Aquila aspetta ancora il "miracolo" firmato Bertolaso
Sfollati a quota 40 mila. Macerie ancora da rimuovere. Rischi inquinamento. È lungo l'elenco dei problemi irrisolti. A dieci mesi dal sisma
(di Primo Di Nicola - l'Espresso)
San-Bertolaso La nomina a ministro annunciata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, una commossa lettera di addio agli abruzzesi su una pagina del "Centro". Così Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile, alla fine di gennaio ha passato le consegne al nuovo commissario per la ricostruzione, il presidente della Regione Gianni Chiodi e al suo vice, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. Se ne è andato con la riconoscenza dei terremotati per il modo in cui la Protezione civile ha offerto i suoi generosi aiuti e l'orgoglio per quanto realizzato per avviare il rientro alla normalità, a cominciare dal Progetto Case (Complessi antisismici ecocompatibili ecocostenibili), oltre 180 edifici, per non parlare di qualche migliaio di Map, le casette in legno. In tutto, Bertolaso ha speso oltre 1 miliardo e mezzo di euro per assistere la popolazione e completare opere in grado di dare un tetto sicuro a oltre 20 mila persone.
Un successo, insomma, anche se non sono solo rose. Nell'eredità che lascia a Chiodi ci sono anche problemi: il numero degli sfollati ancora in alberghi e case private; una situazione incandescente nei comuni fuori dal cratere del sisma; una città intasata di macerie; i guasti ambientali provocati dal Progetto Case.
La carica dei 40 mila Il problema più grande è senza dubbio quello degli sfollati aquilani. A oltre dieci mesi dal terremoto e nonostante le promesse del premier che aveva assicurato una casa per tutti entro il 31 dicembre, sono oltre 40 mila gli aquilani che continuano a vivere in hotel (6 mila), caserme (1.100), appartamenti lungo la costa (2.400) e soprattutto in autonoma sistemazione in case in affitto o altro (più di 31 mila). Come mai così tanta gente non è riuscita ad avere un nuovo alloggio o a rientrare nelle proprie abitazioni? La questione non è di poco conto visto che, a parte tutto il resto, assistere questa massa di sfollati costa tantissimo: un giorno in albergo vale fino 70 euro a persona, gli affitti arrivano a un massimo di 800 euro. Morale: dallo scorso aprile sono già stati spesi oltre 220 milioni per dare ospitalità agli aquilani. Certo, i terremotati da sistemare sono risultati tanti, oltre 70 mila, ma le ragioni per le quali ancora oggi circolano tutti questi sfollati, secondo Giustino Masciocco, assessore alle Politiche abitative del comune, "vanno fatte risalire alle stime sbagliate della Protezione civile sul fabbisogno delle abitazioni da costruire per coloro che avevano visto la propria distrutta dal sisma, e nei ritardi con i quali si stanno riparando le case poco danneggiate". Una tesi confermata da Cialente che definisce tutto ciò "la nostra Waterloo". Cominciamo dall'errore di calcolo.
Conti in rosso Le cifre dicono chiaramente che rispetto ai 7.181 aventi diritto a uno degli alloggi del Progetto Case in quanto proprietari di abitazioni classificate E ed F (quelle distrutte e le altre inutilizzabili perché vicine ad altre pericolanti) la Protezione civile ne ha costruite solo 5.565, ben 1.616 in meno del necessario. Con il risultato che altrettanti nuclei familiari composti da single giovani e anziani o da coppie sono rimaste senza l'alloggio. Questo errore, a sentire il Comune, è stato determinato dal fatto che il primo censimento dei danni avviato da Bertolaso venne fatto trascurando la 'zona rossa' del centro storico quasi completamente distrutta e lavorando sulla fascia della cinta urbana meno danneggiata. Questa circostanza, unita al fatto che spesso i fabbricati compresi nelle fredde statistiche non erano case monofamiliari ma condomini anche con più di 20 appartamenti, hanno favorito l'errore di stima che ha spinto Bertolaso a fine maggio a fare costruire soli 3.775 alloggi.
A dire al verità, anche il Comune aveva avviato un suo screening basato sui dati dell'anagrafe che indicò in circa 12 mila i nuclei che potevano avere bisogno di nuove abitazioni. Ma Cialente, che pure racconta di avere portato queste stime a Bertolaso, non venne ascoltato. Così si è andati avanti nell'errore. Fino a metà agosto, quando alla Protezione civile sono arrivati i risultati di un altro censimento che fissava il numero delle famiglie con abitazione E ed F crollate o inutilizzabili in circa 13 mila. E di questi appunto 7.181 chiedevano l'alloggio del Progetto Case. Solo davanti all'evidenza di questi numeri Bertolaso si decide a rimediare ordinando la costruzione di altri 675 appartamenti, mentre Cialente chiede 1.600 Moduli abitativi provvisori (Map), le famose casette di legno, ottenendone però solo 1.115. Ma nemmeno questa accelerazione è sufficiente: all'appello continuano a mancare ancora 1.616 appartamenti per un totale di circa 2 mila persone che continuano ad alimentare l'esercito degli sfollati.
Avanti piano Ma la fetta più grossa dei 40 mila è senza dubbio quella costituita dagli abitanti meno danneggiati e le cui abitazioni sono state classificate B e C (le A sono quelle agibili), circa 15 mila case riguardanti 30 mila persone. Vista la lieve entità dei danni, riparabili in poche settimane, proprio la veloce sistemazione di queste abitazioni avrebbe dovuto favorire il rientro degli sfollati. Invece, gli interventi più leggeri si stanno rivelando una via Crucis visto che ancora all'inizio di febbraio pochissimi lavori sono partiti. Colpa del caos normativo provocato dai decreti del governo in materia di ricostruzione che ha spinto la gran parte dei terremotati a temporeggiare; della mancanza del prezzario della Regione Abruzzo varato solo a metà settembre; dei lenti controlli sulla regolarità delle pratiche; dell'allungamento dei termini per la presentazione delle richieste di contributo prorogati fino al 31gennaio. Un circolo vizioso che dovrebbe spezzarsi ora che Cialente dice di voler usare il pugno di ferro con l'obbligo di inizi lavori entro sette giorni dalla concessione del contributo pena la perdita dello stesso e di qualsiasi forma di assistenza. Un giro di vite che dovrebbe consentire al massimo entro il mese di agosto il rientro nelle case dei 40 mila sfollati aquilani. (...per i distratti: queste sono le case che avrebbero dovuto essere restituite all'abitabilità entro il 18 Aprile 2009. Parola di Premierone - Premier Fanfarone - e di Rambolazzo. Adesso il tutto "slitta" all'agosto 2010. Ancira qualche contrattempo, e si potranno fare ul secondo inverno da "sfollati". NdR)
Terremotati invisibili Sono quelli dei comuni fuori dal cosiddetto "cratere" del sisma, dimenticati persino dalle statistiche della Protezione civile (nel suo sito non compaiono). Quanti siano esattamente nessuno lo sa. E già questo la dice lunga sulla delicatezza della questione. Una stima fatta dal consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio, fa ammontare a quasi 10 mila il loro numero. Si tratta di persone di paesi che ricadono dentro le province dell'Aquila, Teramo e Pescara. Solo a Sulmona ce ne sono quasi mille e vivono in albergo o ospiti in abitazioni di amici e parenti. Da questi sfollati "invisibili" si levano proteste per il diverso trattamento rispetto all'Aquila.
Nel loro caso la Protezione Civile non si è fatta carico dell'assistenza. A queste incombenze hanno dovuto pensare i comuni che, come Pratola, dallo Stato hanno avuto solo 250 mila euro, 100 mila dei quali per fronteggiare l'emergenza e i restanti per finanziare la ricostruzione dei fabbricati. Una miseria considerando che, a Pratola, le richieste di contributo sono state 150 con importi che quasi sempre superano i 40 mila euro. E non basta: avere il contributo non è semplice, occorre dimostrare la relazione tra il danno subito e il terremoto. Il che è facile solo a dirsi, vista la macchinosità dei controlli. La presidente della provincia Stefania Pezzopane chiede per questo "la cessazione della disparità di trattamento". Anche per evitare il ripetersi di quello che è successo a Natale quando nello stesso albergo la Protezione civile ha consegnato pacchi dono ai terremotati dell'Aquila lasciando a mani vuote gli 'invisibili'del cratere.
Un muro di macerie Tra quelli aperti lasciati in eredità dalla Protezione cCvile, secondo l'assessore alle politiche ambientali dell'Aquila Alfredo Moroni, quello delle macerie "è il problema dei problemi". Nonostante un'intesa raggiunta con il comune nei mesi scorsi per risolvere lui la questione, Bertolaso ha passato le consegne lasciando per le vie del centro storico ancora chiuso circa 4 milioni di tonnellate di materiale frutto di crolli e demolizioni. E ora questa enorme massa impedisce la circolazione dei mezzi necessari ad avviare anche la minima riparazione degli immobili danneggiati, come a piazza S. Maria Paganica oppure nella storica via Cascina.
Macerie-laquilaLa questione non è trascurabile: "Se non liberiamo le strade", spiega Moroni, "non è possibile nemmeno avviare la ricostruzione". Per questo Cialente aveva scritto a Bertolaso sollecitandolo ad allestire i siti necessari allo smaltimento dei rifiuti. Il sindaco aveva addirittura invocato l'impiego del Genio militare. Ma senza successo. Così oggi per la drammatica emergenza aquilana è in funzione un solo sito per lo smaltimento delle macerie, mentre altri due potrebbero essere allestiti a breve. Ad appesantire la situazione c'è poi la circostanza che la normativa in materia è particolarmente spinosa. E gli amministratori preferiscono procedere con i piedi di piombo per evitare guai giudiziari. Se comunque anche gli altri due impianti verranno aperti, con una spesa di 30 milioni di euro nel 2010 verranno rimosse 1 milione di tonnellate di detriti, quasi un terzo del totale. Ma occorre fare di più: con questo ritmo ci vorranno infatti tre anni per aprire le vie del centro storico ai mezzi necessari alla ricostruzione. Troppi.
Chi inquina di più L'emergenza del terremoto in Abruzzo si è aggiunta a un'altra, quella ambientale del fiume Aterno. A questo fiume, il cui bacino è da sempre assediato dagli scarichi fuori norma di molti paesi e persino della facoltà di ingegneria ambientale dell'università dell'Aquila, la Protezione Civile ha assestato un altro colpo con le fogne non depurate di alcuni insediamenti del Progetto Case: quelli di Assergi, Camarda e Paganica che vanno a inquinare l'affluente Vera; ma soprattutto quello di Bazzano, per il quale l'associazione Libera si appresta a scendere sul sentiero di guerra, completato in fretta e furia per consentire a Berlusconi di consegnarlo ai terremotati il 29 settembre, giorno del suo compleanno.
Il caso di Bazzano è singolare perché proprio al di sotto delle nuove case che ospitano circa 2 mila terremotati è in costruzione un depuratore voluto da Adriano Goio, commissario governativo per l'emergenza ambientale del fiume Aterno, per pulire gli scarichi dell'abitato preesistente. A causa dei ritardi dell'Enel, il depuratore non è però funzionante per mancanza di energia. Ciononostante, il consorzio Forcase incaricato da Bertolaso di realizzare le abitazioni dei terremotati ha iniziato a scaricare senza preavviso nella condotta del depuratore. Morale: Goio ha chiuso con dei palloni l'accesso all'impianto e solo per carità di patria, per non creare altri dispiaceri ai terremotati bisognosi di quegli alloggi, ha autorizzato il consorzio a scaricare la fogna direttamente nel fiume. Solo negli ultimi giorni Goio ha autorizzato la reimmissione della fogna nel depuratore, che però continua a non funzionare.
Sfollati a quota 40 mila. Macerie ancora da rimuovere. Rischi inquinamento. È lungo l'elenco dei problemi irrisolti. A dieci mesi dal sisma
(di Primo Di Nicola - l'Espresso)
San-Bertolaso La nomina a ministro annunciata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, una commossa lettera di addio agli abruzzesi su una pagina del "Centro". Così Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile, alla fine di gennaio ha passato le consegne al nuovo commissario per la ricostruzione, il presidente della Regione Gianni Chiodi e al suo vice, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. Se ne è andato con la riconoscenza dei terremotati per il modo in cui la Protezione civile ha offerto i suoi generosi aiuti e l'orgoglio per quanto realizzato per avviare il rientro alla normalità, a cominciare dal Progetto Case (Complessi antisismici ecocompatibili ecocostenibili), oltre 180 edifici, per non parlare di qualche migliaio di Map, le casette in legno. In tutto, Bertolaso ha speso oltre 1 miliardo e mezzo di euro per assistere la popolazione e completare opere in grado di dare un tetto sicuro a oltre 20 mila persone.
Un successo, insomma, anche se non sono solo rose. Nell'eredità che lascia a Chiodi ci sono anche problemi: il numero degli sfollati ancora in alberghi e case private; una situazione incandescente nei comuni fuori dal cratere del sisma; una città intasata di macerie; i guasti ambientali provocati dal Progetto Case.
La carica dei 40 mila Il problema più grande è senza dubbio quello degli sfollati aquilani. A oltre dieci mesi dal terremoto e nonostante le promesse del premier che aveva assicurato una casa per tutti entro il 31 dicembre, sono oltre 40 mila gli aquilani che continuano a vivere in hotel (6 mila), caserme (1.100), appartamenti lungo la costa (2.400) e soprattutto in autonoma sistemazione in case in affitto o altro (più di 31 mila). Come mai così tanta gente non è riuscita ad avere un nuovo alloggio o a rientrare nelle proprie abitazioni? La questione non è di poco conto visto che, a parte tutto il resto, assistere questa massa di sfollati costa tantissimo: un giorno in albergo vale fino 70 euro a persona, gli affitti arrivano a un massimo di 800 euro. Morale: dallo scorso aprile sono già stati spesi oltre 220 milioni per dare ospitalità agli aquilani. Certo, i terremotati da sistemare sono risultati tanti, oltre 70 mila, ma le ragioni per le quali ancora oggi circolano tutti questi sfollati, secondo Giustino Masciocco, assessore alle Politiche abitative del comune, "vanno fatte risalire alle stime sbagliate della Protezione civile sul fabbisogno delle abitazioni da costruire per coloro che avevano visto la propria distrutta dal sisma, e nei ritardi con i quali si stanno riparando le case poco danneggiate". Una tesi confermata da Cialente che definisce tutto ciò "la nostra Waterloo". Cominciamo dall'errore di calcolo.
Conti in rosso Le cifre dicono chiaramente che rispetto ai 7.181 aventi diritto a uno degli alloggi del Progetto Case in quanto proprietari di abitazioni classificate E ed F (quelle distrutte e le altre inutilizzabili perché vicine ad altre pericolanti) la Protezione civile ne ha costruite solo 5.565, ben 1.616 in meno del necessario. Con il risultato che altrettanti nuclei familiari composti da single giovani e anziani o da coppie sono rimaste senza l'alloggio. Questo errore, a sentire il Comune, è stato determinato dal fatto che il primo censimento dei danni avviato da Bertolaso venne fatto trascurando la 'zona rossa' del centro storico quasi completamente distrutta e lavorando sulla fascia della cinta urbana meno danneggiata. Questa circostanza, unita al fatto che spesso i fabbricati compresi nelle fredde statistiche non erano case monofamiliari ma condomini anche con più di 20 appartamenti, hanno favorito l'errore di stima che ha spinto Bertolaso a fine maggio a fare costruire soli 3.775 alloggi.
A dire al verità, anche il Comune aveva avviato un suo screening basato sui dati dell'anagrafe che indicò in circa 12 mila i nuclei che potevano avere bisogno di nuove abitazioni. Ma Cialente, che pure racconta di avere portato queste stime a Bertolaso, non venne ascoltato. Così si è andati avanti nell'errore. Fino a metà agosto, quando alla Protezione civile sono arrivati i risultati di un altro censimento che fissava il numero delle famiglie con abitazione E ed F crollate o inutilizzabili in circa 13 mila. E di questi appunto 7.181 chiedevano l'alloggio del Progetto Case. Solo davanti all'evidenza di questi numeri Bertolaso si decide a rimediare ordinando la costruzione di altri 675 appartamenti, mentre Cialente chiede 1.600 Moduli abitativi provvisori (Map), le famose casette di legno, ottenendone però solo 1.115. Ma nemmeno questa accelerazione è sufficiente: all'appello continuano a mancare ancora 1.616 appartamenti per un totale di circa 2 mila persone che continuano ad alimentare l'esercito degli sfollati.
Avanti piano Ma la fetta più grossa dei 40 mila è senza dubbio quella costituita dagli abitanti meno danneggiati e le cui abitazioni sono state classificate B e C (le A sono quelle agibili), circa 15 mila case riguardanti 30 mila persone. Vista la lieve entità dei danni, riparabili in poche settimane, proprio la veloce sistemazione di queste abitazioni avrebbe dovuto favorire il rientro degli sfollati. Invece, gli interventi più leggeri si stanno rivelando una via Crucis visto che ancora all'inizio di febbraio pochissimi lavori sono partiti. Colpa del caos normativo provocato dai decreti del governo in materia di ricostruzione che ha spinto la gran parte dei terremotati a temporeggiare; della mancanza del prezzario della Regione Abruzzo varato solo a metà settembre; dei lenti controlli sulla regolarità delle pratiche; dell'allungamento dei termini per la presentazione delle richieste di contributo prorogati fino al 31gennaio. Un circolo vizioso che dovrebbe spezzarsi ora che Cialente dice di voler usare il pugno di ferro con l'obbligo di inizi lavori entro sette giorni dalla concessione del contributo pena la perdita dello stesso e di qualsiasi forma di assistenza. Un giro di vite che dovrebbe consentire al massimo entro il mese di agosto il rientro nelle case dei 40 mila sfollati aquilani. (...per i distratti: queste sono le case che avrebbero dovuto essere restituite all'abitabilità entro il 18 Aprile 2009. Parola di Premierone - Premier Fanfarone - e di Rambolazzo. Adesso il tutto "slitta" all'agosto 2010. Ancira qualche contrattempo, e si potranno fare ul secondo inverno da "sfollati". NdR)
Terremotati invisibili Sono quelli dei comuni fuori dal cosiddetto "cratere" del sisma, dimenticati persino dalle statistiche della Protezione civile (nel suo sito non compaiono). Quanti siano esattamente nessuno lo sa. E già questo la dice lunga sulla delicatezza della questione. Una stima fatta dal consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio, fa ammontare a quasi 10 mila il loro numero. Si tratta di persone di paesi che ricadono dentro le province dell'Aquila, Teramo e Pescara. Solo a Sulmona ce ne sono quasi mille e vivono in albergo o ospiti in abitazioni di amici e parenti. Da questi sfollati "invisibili" si levano proteste per il diverso trattamento rispetto all'Aquila.
Nel loro caso la Protezione Civile non si è fatta carico dell'assistenza. A queste incombenze hanno dovuto pensare i comuni che, come Pratola, dallo Stato hanno avuto solo 250 mila euro, 100 mila dei quali per fronteggiare l'emergenza e i restanti per finanziare la ricostruzione dei fabbricati. Una miseria considerando che, a Pratola, le richieste di contributo sono state 150 con importi che quasi sempre superano i 40 mila euro. E non basta: avere il contributo non è semplice, occorre dimostrare la relazione tra il danno subito e il terremoto. Il che è facile solo a dirsi, vista la macchinosità dei controlli. La presidente della provincia Stefania Pezzopane chiede per questo "la cessazione della disparità di trattamento". Anche per evitare il ripetersi di quello che è successo a Natale quando nello stesso albergo la Protezione civile ha consegnato pacchi dono ai terremotati dell'Aquila lasciando a mani vuote gli 'invisibili'del cratere.
Un muro di macerie Tra quelli aperti lasciati in eredità dalla Protezione cCvile, secondo l'assessore alle politiche ambientali dell'Aquila Alfredo Moroni, quello delle macerie "è il problema dei problemi". Nonostante un'intesa raggiunta con il comune nei mesi scorsi per risolvere lui la questione, Bertolaso ha passato le consegne lasciando per le vie del centro storico ancora chiuso circa 4 milioni di tonnellate di materiale frutto di crolli e demolizioni. E ora questa enorme massa impedisce la circolazione dei mezzi necessari ad avviare anche la minima riparazione degli immobili danneggiati, come a piazza S. Maria Paganica oppure nella storica via Cascina.
Macerie-laquilaLa questione non è trascurabile: "Se non liberiamo le strade", spiega Moroni, "non è possibile nemmeno avviare la ricostruzione". Per questo Cialente aveva scritto a Bertolaso sollecitandolo ad allestire i siti necessari allo smaltimento dei rifiuti. Il sindaco aveva addirittura invocato l'impiego del Genio militare. Ma senza successo. Così oggi per la drammatica emergenza aquilana è in funzione un solo sito per lo smaltimento delle macerie, mentre altri due potrebbero essere allestiti a breve. Ad appesantire la situazione c'è poi la circostanza che la normativa in materia è particolarmente spinosa. E gli amministratori preferiscono procedere con i piedi di piombo per evitare guai giudiziari. Se comunque anche gli altri due impianti verranno aperti, con una spesa di 30 milioni di euro nel 2010 verranno rimosse 1 milione di tonnellate di detriti, quasi un terzo del totale. Ma occorre fare di più: con questo ritmo ci vorranno infatti tre anni per aprire le vie del centro storico ai mezzi necessari alla ricostruzione. Troppi.
Chi inquina di più L'emergenza del terremoto in Abruzzo si è aggiunta a un'altra, quella ambientale del fiume Aterno. A questo fiume, il cui bacino è da sempre assediato dagli scarichi fuori norma di molti paesi e persino della facoltà di ingegneria ambientale dell'università dell'Aquila, la Protezione Civile ha assestato un altro colpo con le fogne non depurate di alcuni insediamenti del Progetto Case: quelli di Assergi, Camarda e Paganica che vanno a inquinare l'affluente Vera; ma soprattutto quello di Bazzano, per il quale l'associazione Libera si appresta a scendere sul sentiero di guerra, completato in fretta e furia per consentire a Berlusconi di consegnarlo ai terremotati il 29 settembre, giorno del suo compleanno.
Il caso di Bazzano è singolare perché proprio al di sotto delle nuove case che ospitano circa 2 mila terremotati è in costruzione un depuratore voluto da Adriano Goio, commissario governativo per l'emergenza ambientale del fiume Aterno, per pulire gli scarichi dell'abitato preesistente. A causa dei ritardi dell'Enel, il depuratore non è però funzionante per mancanza di energia. Ciononostante, il consorzio Forcase incaricato da Bertolaso di realizzare le abitazioni dei terremotati ha iniziato a scaricare senza preavviso nella condotta del depuratore. Morale: Goio ha chiuso con dei palloni l'accesso all'impianto e solo per carità di patria, per non creare altri dispiaceri ai terremotati bisognosi di quegli alloggi, ha autorizzato il consorzio a scaricare la fogna direttamente nel fiume. Solo negli ultimi giorni Goio ha autorizzato la reimmissione della fogna nel depuratore, che però continua a non funzionare.
venerdì 12 febbraio 2010
Calcio e mafia
Leggete questo libro e poi ditemi che il calcio non è truccato.........
Declan Hill
Calcio e Mafia
LE PARTITE PIÙ TRUCCATE DEL MONDO
IN UN’INCHIESTA ESCLUSIVA
«Avevo calciatori nel Crystal Palace, Wimbledon e Liverpool. Sai bene che sono grandi squadre. Cazzate. Possiamo corromperle.»
Ai Mondiali del 1990, gli arbitri della Fifa erano chiusi in una struttura di massima sicurezza usata dal Vaticano. Ma uno di loro ha riferito: «Era incredibile. Le linee telefoniche dovevano essere confidenziali, ma i bookmaker ci chiamavano in camera per offrirci tangenti».
Da quando un giocatore in carriera gli ha chiesto se poteva metterlo in contatto con chi trucca le partite, Declan Hill ha rinunciato a seguire il campionato.
Basta poco per controllare una partita: una bustarella all’arbitro e un paio di giocatori compiacenti, meglio se il portiere, il difensore e l’attaccante. I più corruttibili sono proprio i calciatori più bravi, quelli che guidano lo spogliatoio. Facendo leva sulla loro avidità, la mafia russa e la Triade cinese controllano da anni le scommesse clandestine, un giro d’affari di portata spaventosa, soprattutto in Oriente. Da quando nel Sudest asiatico è scoppiato lo scandalo per le partite truccate in Malesia, Singapore e Cina, però, per riconquistare gli scommettitori sfiduciati la criminalità organizzata ha esteso il proprio racket. E il calcio europeo è ormai quasi altrettanto corrotto. La quotazione di un buon giocatore? 150.000 sterline, non male per un’ora e mezza di (non) lavoro. Il fenomeno è talmente ramificato e redditizio che si è espanso dalle divisioni nazionali minori fino alle coppe e ai campionati internazionali. E proprio dai Mondiali del 2006 Hill ha avuto preoccupanti conferme: i suoi informatori avevano previsto — o prefissato? — i risultati senza alcun errore. Nazionale italiana compresa.
In un’inchiesta sotto copertura che ha richiesto anni di ricerche, Declan Hill è riuscito a entrare in contatto con i maggiori allibratori asiatici e ha incontrato tra l’Europa e l’America arbitri venduti, atleti disponibili, intermediari spregiudicati. Ha inseguito e ripercorso rivelazioni esclusive, testimonianze, scoop e sentenze. Costruisce in questo libro un’indagine che non risparmia nomi e cognomi, si addentra nei retroscena degli scandali passati e, tracciando un quadro ben poco confortante del mercato calcistico internazionale, anticipa quelli futuri. Solo una domanda rimane senza risposta: che fine ha fatto il gioco più bello del mondo?
NOTE BIOGRAFICHE
Declan Hill è giornalista investigativo, documentarista, anchorman televisivo per la Cbc e la Bbc e professore all’Università di Oxford. Le sue inchieste hanno spaziato in zone calde come il Kosovo, il Kurdistan e l’Iraq.
Declan Hill
Calcio e Mafia
LE PARTITE PIÙ TRUCCATE DEL MONDO
IN UN’INCHIESTA ESCLUSIVA
«Avevo calciatori nel Crystal Palace, Wimbledon e Liverpool. Sai bene che sono grandi squadre. Cazzate. Possiamo corromperle.»
Ai Mondiali del 1990, gli arbitri della Fifa erano chiusi in una struttura di massima sicurezza usata dal Vaticano. Ma uno di loro ha riferito: «Era incredibile. Le linee telefoniche dovevano essere confidenziali, ma i bookmaker ci chiamavano in camera per offrirci tangenti».
Da quando un giocatore in carriera gli ha chiesto se poteva metterlo in contatto con chi trucca le partite, Declan Hill ha rinunciato a seguire il campionato.
Basta poco per controllare una partita: una bustarella all’arbitro e un paio di giocatori compiacenti, meglio se il portiere, il difensore e l’attaccante. I più corruttibili sono proprio i calciatori più bravi, quelli che guidano lo spogliatoio. Facendo leva sulla loro avidità, la mafia russa e la Triade cinese controllano da anni le scommesse clandestine, un giro d’affari di portata spaventosa, soprattutto in Oriente. Da quando nel Sudest asiatico è scoppiato lo scandalo per le partite truccate in Malesia, Singapore e Cina, però, per riconquistare gli scommettitori sfiduciati la criminalità organizzata ha esteso il proprio racket. E il calcio europeo è ormai quasi altrettanto corrotto. La quotazione di un buon giocatore? 150.000 sterline, non male per un’ora e mezza di (non) lavoro. Il fenomeno è talmente ramificato e redditizio che si è espanso dalle divisioni nazionali minori fino alle coppe e ai campionati internazionali. E proprio dai Mondiali del 2006 Hill ha avuto preoccupanti conferme: i suoi informatori avevano previsto — o prefissato? — i risultati senza alcun errore. Nazionale italiana compresa.
In un’inchiesta sotto copertura che ha richiesto anni di ricerche, Declan Hill è riuscito a entrare in contatto con i maggiori allibratori asiatici e ha incontrato tra l’Europa e l’America arbitri venduti, atleti disponibili, intermediari spregiudicati. Ha inseguito e ripercorso rivelazioni esclusive, testimonianze, scoop e sentenze. Costruisce in questo libro un’indagine che non risparmia nomi e cognomi, si addentra nei retroscena degli scandali passati e, tracciando un quadro ben poco confortante del mercato calcistico internazionale, anticipa quelli futuri. Solo una domanda rimane senza risposta: che fine ha fatto il gioco più bello del mondo?
NOTE BIOGRAFICHE
Declan Hill è giornalista investigativo, documentarista, anchorman televisivo per la Cbc e la Bbc e professore all’Università di Oxford. Le sue inchieste hanno spaziato in zone calde come il Kosovo, il Kurdistan e l’Iraq.
giovedì 28 gennaio 2010
Milano muore di smog
Fonte: www.beppegrillo.it
Milano è una camera a gas e la gente muore. Se ne stanno accorgendo tutti, non solo i malati. Anche i politici, come il consigliere comunale del Pdl, Barbara Ciabò, che ha avuto il figlio colpito dalla leucemia.Tutti tranne Mortizia Moratti che nel QUATTORDICESIMO giorno consecutivo di smog fuori controllo ha fornito una soave risposta da girare ai genitori dei bambini milanesi ammalati di leucemia: "L'aria di Milano non è peggiore di quella dello scorso anno". Una risposta degna di Maria Antonietta quando raccomandava di dare brioches agli affamati perché mancava il pane. La Moratti ha ricevuto a dicembre un avviso di garanzia, è indagata per l'inquinamento a Milano. Uno studio, richiesto a suo tempo dal Comune, che rivela tassi di inquinamento intollerabili e criminali è ancora "secretato" dal Comune. Va avviata una class action contro il Comune di Milano (da ripetere in tutte le città inquinate). Enrico Fedrighini, consigliere comunale dei Verdi, occupa da giorni l'aula del consiglio comunale di Milano. Il blog lo ha intervistato.
Intervista a Enrico Fedrighini:
"Mi chiamo Enrico Fedrighini e sono consigliere comunale di Milano, capogruppo dei Verdi a Palazzo Marino, da ieri (25/1/2010, ndr) sono in occupazione della sala consiliare del Comune di Milano per spingere l’Amministrazione a prendere iniziative, interventi concreti, urgenti e immediati per lo smog, originato soprattutto dal traffico privato.
Il Comune di Milano ha iniziato nel 2006 a affrontare il problema, riconoscendo l’esistenza del problema, a differenza delle due precedenti amministrazioni Albertini che lo negavano. L’attuale sindaco ha fatto campagna elettorale promettendo di affrontare il problema dello smog, ha iniziato con un provvedimento che abbiamo apprezzato per il coraggio, in una città che non ha mai voluto fare niente contro il partito dell’automobile e anche per il livello innovativo di questo provvedimento, uno dei pochi che esistono al mondo. E’ un provvedimento di pedaggio urbano che si chiama "road pricing" in un ambito del centro città, un po' come ha fatto Londra all’interno della cerchia dei bastioni, prevedere un pedaggio per i veicoli privati e veicoli merci commisurato alla capacità inquinante del veicolo, sulla base di parametri forniti dall’Unione Europea. Il provvedimento, entrato in funzione dal 2 gennaio 2008 ha interrotto una dinamica che proseguiva dagli ultimi venti anni in cui il traffico privato continuava ad aumentare, mentre l’utenza del trasporto pubblico diminuiva. Questi due fattori si sono improvvisamente invertiti, non in maniera rivoluzionaria, ma per la prima volta sono cresciuti di 22.000 passeggeri al giorno gli utenti del trasporto pubblico ed è diminuito il numero di auto circolanti, non solo all’interno della zona tariffata, ma all’interno di tutta la città.
A metà del guado la politica, gli interessi particolari delle lobby, soprattutto dei commercianti, e un timore di non raccogliere voti nel partito degli automobilisti ha iniziato a far fare retromarcia. Un elemento molto grave, perché il cittadino è anche disposto a fare sacrifici e ad accettare scelte politiche impopolari, ma solo se non si fanno all’italiana, se si fanno seriamente e si ha ben evidente l’esistenza di una strategia, di un obiettivo che è quello della tutela della salute.
Chiaramente il pass da solo significa poco: a Milano possiamo anche raddoppiare il numero di mezzi pubblici di superficie, che è la cosa più rapida e immediata, ma se continuiamo a viaggiare in fila dietro le auto non facciamo che aumentare la congestione. Va riservata una quota di spazio urbano alla mobilità di superficie del trasporto pubblico: significa spazi per le piste ciclabili, vuole dire una mobilità ciclabile che a Milano è una delle alternative più importanti, la lunghezza dei tragitti medi compiuti giornalmente a Milano è di 3, 5 km. Si riduce fino a 1,5 km all’interno della cerchia dei bastioni, insomma è una città piatta, sottrarre spazio al traffico privato per darlo a pedoni, ciclisti e mezzi di trasporto pubblico. Tutto questo era parte di una strategia avviata e poi improvvisamente interrotta: è stato mandato via l’assessore Croci, sacrificato agli interessi delle lobby dei commercianti, per i quali l’auto deve andare dovunque e deve avere disponibilità di spazio ovunque, ogni anno si vota e quindi l’elezione diventa l’elemento intorno al quale costruire scelte. Oggi l’ecopass viene pagato appena dal 15% dei veicoli che entrano in città: è praticamente è come non averlo.
Studi commissionati dall’Amministrazione dimostrano che, se l'ecopass venisse esteso a tutte le classi di veicoli che accedono all’interno della cerchia dei bastioni, avremmo una riduzione di oltre il 35% del traffico in centro e di oltre il 15% nel resto della città. Oggi uno dei risultati ottenuti dalla lobby dei commercianti è non fare pagare i diesel Euro 4 senza filtro che viaggiano, sono poche migliaia di veicoli, ma responsabili di quasi il 30% delle emissioni inquinanti e un diesel Euro 4 senza filtro, antiparticolato inquina molto più di un Euro 0 benzina, sulla base di uno studio che ci è stato fatto recapitare da mani ignote dell’Amministrazione.
Uno studio che è stato commissionato dall’Amministrazione, riguardo un’analisi di rischio sul livello di esposizione dei cittadini milanesi all’inquinamento atmosferico. Che cosa è stato fatto? Sono stati disposti 50 /60 nuovi punti di monitoraggio delle sostanze inquinanti presenti nell’aria, a questa mappa della situazione degli inquinanti è stata sovrapposta la mappa della densità demografica degli abitanti milanesi, i dati delle centraline dell’Arpal, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, ci danno gli unici dati che hanno valore in termini di legge, che riguardano le concentrazioni medie giornaliere. A Milano questo dato dimostra che c’è una grande differenza tra quartiere e quartiere, tra via e via e quindi, a seconda delle diverse zone della città, tu hai un dato non uniforme e hai bisogno di avviare puntuali interventi che possono significare la modifica della mobilità, la pedonalizzazione di un tratto molto congestionato. Che cosa è successo invece? I risultati di questa ricerca sono arrivati quando la restaurazione era già in corso: si era voluto bloccare ecopass, si stava mandando via l’assessore Croci dalla mobilità, che aveva avviato il piano di mobilità sostenibile e questa ricerca è stata secretata. Noi invece intendiamo renderla pubblica nel corso di un’iniziativa che svolgerà Italia Nostra qui a Milano, nella sua sede in Via Silvio Pellico, perché pensiamo che i cittadini debbano sapere. E’ un documento pagato con denaro pubblico, è un documento importante al servizio della città e dell’amministratore, ma se fossi Assessore al traffico direi con molta chiarezza ai milanesi: “ abbiamo superato i limiti quest’anno, purtroppo la stessa cosa succederà l’anno prossimo e tra due anni, forse anche tra tre anni, con provvedimenti sicuramente strutturali” - le grandi linee di trasporto - ma intanto con quei provvedimenti locali immediati che costano poco, ma che hanno un beneficio immediato sulla qualità dell’aria perché per almeno dieci ore al giorno, bambini, anziani e persone respirano ogni giorno per le strade di Milano. È fatta di tanti provvedimenti, di tanti interventi e di tanti rivoli in un’unica strategia: il non farli, il fermarsi a guardare e aspettare le elezioni o le convenienze politiche o le convenienze di piccoli gruppi consiliari, sacrificando a questo l’interesse generale secondo me è una scelta non sbagliata, ma criminale."
Milano è una camera a gas e la gente muore. Se ne stanno accorgendo tutti, non solo i malati. Anche i politici, come il consigliere comunale del Pdl, Barbara Ciabò, che ha avuto il figlio colpito dalla leucemia.Tutti tranne Mortizia Moratti che nel QUATTORDICESIMO giorno consecutivo di smog fuori controllo ha fornito una soave risposta da girare ai genitori dei bambini milanesi ammalati di leucemia: "L'aria di Milano non è peggiore di quella dello scorso anno". Una risposta degna di Maria Antonietta quando raccomandava di dare brioches agli affamati perché mancava il pane. La Moratti ha ricevuto a dicembre un avviso di garanzia, è indagata per l'inquinamento a Milano. Uno studio, richiesto a suo tempo dal Comune, che rivela tassi di inquinamento intollerabili e criminali è ancora "secretato" dal Comune. Va avviata una class action contro il Comune di Milano (da ripetere in tutte le città inquinate). Enrico Fedrighini, consigliere comunale dei Verdi, occupa da giorni l'aula del consiglio comunale di Milano. Il blog lo ha intervistato.
Intervista a Enrico Fedrighini:
"Mi chiamo Enrico Fedrighini e sono consigliere comunale di Milano, capogruppo dei Verdi a Palazzo Marino, da ieri (25/1/2010, ndr) sono in occupazione della sala consiliare del Comune di Milano per spingere l’Amministrazione a prendere iniziative, interventi concreti, urgenti e immediati per lo smog, originato soprattutto dal traffico privato.
Il Comune di Milano ha iniziato nel 2006 a affrontare il problema, riconoscendo l’esistenza del problema, a differenza delle due precedenti amministrazioni Albertini che lo negavano. L’attuale sindaco ha fatto campagna elettorale promettendo di affrontare il problema dello smog, ha iniziato con un provvedimento che abbiamo apprezzato per il coraggio, in una città che non ha mai voluto fare niente contro il partito dell’automobile e anche per il livello innovativo di questo provvedimento, uno dei pochi che esistono al mondo. E’ un provvedimento di pedaggio urbano che si chiama "road pricing" in un ambito del centro città, un po' come ha fatto Londra all’interno della cerchia dei bastioni, prevedere un pedaggio per i veicoli privati e veicoli merci commisurato alla capacità inquinante del veicolo, sulla base di parametri forniti dall’Unione Europea. Il provvedimento, entrato in funzione dal 2 gennaio 2008 ha interrotto una dinamica che proseguiva dagli ultimi venti anni in cui il traffico privato continuava ad aumentare, mentre l’utenza del trasporto pubblico diminuiva. Questi due fattori si sono improvvisamente invertiti, non in maniera rivoluzionaria, ma per la prima volta sono cresciuti di 22.000 passeggeri al giorno gli utenti del trasporto pubblico ed è diminuito il numero di auto circolanti, non solo all’interno della zona tariffata, ma all’interno di tutta la città.
A metà del guado la politica, gli interessi particolari delle lobby, soprattutto dei commercianti, e un timore di non raccogliere voti nel partito degli automobilisti ha iniziato a far fare retromarcia. Un elemento molto grave, perché il cittadino è anche disposto a fare sacrifici e ad accettare scelte politiche impopolari, ma solo se non si fanno all’italiana, se si fanno seriamente e si ha ben evidente l’esistenza di una strategia, di un obiettivo che è quello della tutela della salute.
Chiaramente il pass da solo significa poco: a Milano possiamo anche raddoppiare il numero di mezzi pubblici di superficie, che è la cosa più rapida e immediata, ma se continuiamo a viaggiare in fila dietro le auto non facciamo che aumentare la congestione. Va riservata una quota di spazio urbano alla mobilità di superficie del trasporto pubblico: significa spazi per le piste ciclabili, vuole dire una mobilità ciclabile che a Milano è una delle alternative più importanti, la lunghezza dei tragitti medi compiuti giornalmente a Milano è di 3, 5 km. Si riduce fino a 1,5 km all’interno della cerchia dei bastioni, insomma è una città piatta, sottrarre spazio al traffico privato per darlo a pedoni, ciclisti e mezzi di trasporto pubblico. Tutto questo era parte di una strategia avviata e poi improvvisamente interrotta: è stato mandato via l’assessore Croci, sacrificato agli interessi delle lobby dei commercianti, per i quali l’auto deve andare dovunque e deve avere disponibilità di spazio ovunque, ogni anno si vota e quindi l’elezione diventa l’elemento intorno al quale costruire scelte. Oggi l’ecopass viene pagato appena dal 15% dei veicoli che entrano in città: è praticamente è come non averlo.
Studi commissionati dall’Amministrazione dimostrano che, se l'ecopass venisse esteso a tutte le classi di veicoli che accedono all’interno della cerchia dei bastioni, avremmo una riduzione di oltre il 35% del traffico in centro e di oltre il 15% nel resto della città. Oggi uno dei risultati ottenuti dalla lobby dei commercianti è non fare pagare i diesel Euro 4 senza filtro che viaggiano, sono poche migliaia di veicoli, ma responsabili di quasi il 30% delle emissioni inquinanti e un diesel Euro 4 senza filtro, antiparticolato inquina molto più di un Euro 0 benzina, sulla base di uno studio che ci è stato fatto recapitare da mani ignote dell’Amministrazione.
Uno studio che è stato commissionato dall’Amministrazione, riguardo un’analisi di rischio sul livello di esposizione dei cittadini milanesi all’inquinamento atmosferico. Che cosa è stato fatto? Sono stati disposti 50 /60 nuovi punti di monitoraggio delle sostanze inquinanti presenti nell’aria, a questa mappa della situazione degli inquinanti è stata sovrapposta la mappa della densità demografica degli abitanti milanesi, i dati delle centraline dell’Arpal, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, ci danno gli unici dati che hanno valore in termini di legge, che riguardano le concentrazioni medie giornaliere. A Milano questo dato dimostra che c’è una grande differenza tra quartiere e quartiere, tra via e via e quindi, a seconda delle diverse zone della città, tu hai un dato non uniforme e hai bisogno di avviare puntuali interventi che possono significare la modifica della mobilità, la pedonalizzazione di un tratto molto congestionato. Che cosa è successo invece? I risultati di questa ricerca sono arrivati quando la restaurazione era già in corso: si era voluto bloccare ecopass, si stava mandando via l’assessore Croci dalla mobilità, che aveva avviato il piano di mobilità sostenibile e questa ricerca è stata secretata. Noi invece intendiamo renderla pubblica nel corso di un’iniziativa che svolgerà Italia Nostra qui a Milano, nella sua sede in Via Silvio Pellico, perché pensiamo che i cittadini debbano sapere. E’ un documento pagato con denaro pubblico, è un documento importante al servizio della città e dell’amministratore, ma se fossi Assessore al traffico direi con molta chiarezza ai milanesi: “ abbiamo superato i limiti quest’anno, purtroppo la stessa cosa succederà l’anno prossimo e tra due anni, forse anche tra tre anni, con provvedimenti sicuramente strutturali” - le grandi linee di trasporto - ma intanto con quei provvedimenti locali immediati che costano poco, ma che hanno un beneficio immediato sulla qualità dell’aria perché per almeno dieci ore al giorno, bambini, anziani e persone respirano ogni giorno per le strade di Milano. È fatta di tanti provvedimenti, di tanti interventi e di tanti rivoli in un’unica strategia: il non farli, il fermarsi a guardare e aspettare le elezioni o le convenienze politiche o le convenienze di piccoli gruppi consiliari, sacrificando a questo l’interesse generale secondo me è una scelta non sbagliata, ma criminale."
venerdì 8 gennaio 2010
La politica e la vita del cittadino
Fonte: www.disinformazione.it Giovanni Peccarisio – 5 gennaio 2010
Cos’è la “Res Publica”?
Periodicamente nelle nazioni dove esiste una forma nominalmente democratica della vita sociale i cittadini votano per eleggere dei rappresentanti che gestiscano la “res pubblica”.
Ma in che cosa consiste la “res pubblica” ?
Per poter rispondere a questa domanda è necessario partire da una precisa conoscenza dell’essere umano.
Quest’ultimo per sua propria costituzione deve continuamente mantenere un sottile equilibrio fra i bisogni riguardanti il suo corpo fisico, i moti della sua vita animica (psichica) e le sue aspirazioni verso la realizzazione di mete spirituali.
Soddisfare i bisogni del corpo fisico significa apportare e mantenere nel corpo fisico stesso, in modo armonico, i quattro elementi che lo compongono: terra, acqua, aria e fuoco.
Fin dall’ antichità questi quattro elementi nella loro interrelazione sono stati considerati essenziali per mantenere la salute del corpo fisico.
La “res pubblica” è tutto ciò che riguarda i rapporti fra il singolo individuo e la società.
Si potrebbe senz’ altro affermare che la natura della “res pubblica” è composta dall’insieme della vita culturale, economica e politico-giuridica.
L’ambito politico-giuridico non dovrebbe gestire i primi due ambiti, soprattutto in modo coercitivo, ma solo vigilare rispettando la loro indipendenza e intervenire, per il bene della collettività, solamente in caso di comportamenti errati.
Qual è invece l’effettiva situazione delle cosiddette democrazie parlamentari più evolute?
I rappresentanti politici delle medesime sono uniti, condizionati e, in modo diretto, strettamente dipendenti da potentati economici sovranazionali.
Tutto ciò comporta che non vengano in primo luogo soddisfatti i bisogni dei cittadini ma che invece vengano salvaguardati e protetti gli interessi economici-finanziari di ristrette cerchie di persone che giungono non solo a gestire ma addirittura ad abusare delle radici, delle basi stesse della vita di ogni singola persona.
Questa globalizzazione dell’ economia mondiale, tuttora imperante, è stata presentata e imposta come panacea per qualsiasi problema dell’umanità. Lo strumento principale della globalizzazione sono le liberalizzazioni, che avrebbero dovuto comportare un innalzamento stupefacente della qualità di vita mentre invece le conseguenze sono state, e lo sono tuttora, opposte e disastrose.
Le liberalizzazioni ormai si stanno rivelando giorno dopo giorno matrici e causa di malessere sociale a tutti i livelli e vanno a toccare direttamente ed indirettamente soprattutto l’integrità fisica dei popoli della terra perché, nonostante gli accattivanti proclami a favore del bene per l’ umanità, il fine vero delle liberalizzazioni è unicamente il profitto a scapito di tutto e tutti.
I quattro elementi
Per ciascun essere umano il benessere del proprio corpo fisico è essenziale nel contesto di tutta la vita.
Qualsiasi intervento eseguito dalla “res pubblica” dovrebbe salvaguardare e proteggere la terra, l’acqua, l’aria e il calore, i quattro elementi che costituiscono la vita umana e quella del pianeta terra.
In tal modo sarebbe salvaguardata la salute di ciascun essere umano poiché il suo corpo fisico è affine alla terra nella sua parte solida, all’acqua nel suo organismo liquido, all’aria nel suo elemento gassoso e, per quanto riguarda il proprio calore interno, è in rapporto al calore esterno in modo esiziale.
Se l’ individuo non si facesse imbrigliare la coscienza dalle sirene della disinformazione, allora potrebbe accorgersi di come vengano sferrati continuamente degli attacchi, estremamente nocivi, ai quattro elementi, alle radici principali della propria vita biologica.
Si accorgerebbe che l’attacco rivolto contro uno dei quattro elementi, a breve o a lungo termine, si ripercuote anche sugli altri tre per l’effetto domino. Inoltre tutto ciò ha influenza anche sulle condizioni economiche dell’intera umanità come gli esempi seguenti stanno a dimostrare.
Terra - Quando la terra viene continuamente irrorata, intrisa di concimi chimici non solo si devitalizza e indebolisce la pianta ma i veleni così sparsi vanno ad interessare le acque reflue e sotterranee nonché quelle di superficie: fiumi, laghi e mari. Per conseguenza, inquinando l’aria, creano morie fra gli insetti impollinatori rompendo il delicatissimo equilibrio esistente fra terra, acqua ed aria. Anche il quarto elemento, il calore, si disarticola e il tutto crea squilibri e malattie nel pianeta e nell’ organismo degli esseri umani, nonché dissesti economici conseguenti.
Ciascun elemento non viene trattato e curato amorevolmente a servizio del pianeta e dell’ umanità tutta ma, al contrario, viene asservito da ristrette cerchie finanziarie come fosse uno strumento atto a creare ottimi affari economici per soddisfare il loro egoismo.
Tramite gli O.G.M. (organismi geneticamente modificati), si è cercato e si cerca di trasformare la pianta, figlia privilegiata della terra, in un avvilente prodotto economico. Gli O.G.M. rendono sterili le piante costringendo l’agricoltore ad acquistare i semi per le nuove produzioni ogni anno da imprese multinazionali monopoliste che hanno il solo fine del profitto economico.
Acqua - Per quanto riguarda l’ acqua, aldilà dell’ inquinamento ormai assodato, questo secondo elemento basilare della vita per l’imperante e mal compreso messianico principio della liberalizzazione di ogni cespite economico, viene equiparata ad un qualsiasi prodotto tramite la privatizzazione degli enti pubblici preposti alla sua erogazione.
In tal modo un bene pubblico di fondamentale importanza per la vita giorno dopo giorno, nella maggior parte delle nazioni del mondo, diviene proprietà di pochi.
Anche l’Italia da poco tempo si è allineata e piegata ai voleri degli organi economico-finanziari sovranazionali privatizzando l’ acqua.
Aria, Fuoco - Infine il destino del terzo elemento, l’aria, è strettamente legato a quello del quarto elemento il fuoco o, per meglio dire al calore.
La creazione di energia termica è fondamentale per tutto l’apparato produttivo delle economie più avanzate, ma questo apparato si basa quasi esclusivamente sull’ utilizzo del petrolio e dei suoi derivati, che però genera pesanti effetti collaterali per l’uso indiscriminato che ne viene fatto.
Gli elementi terra, acqua e soprattutto aria vengono sempre più pesantemente inquinati da fattori differenti, diversi dalla loro natura mentre invece il calore terrestre naturale viene caricato di altro calore che risulta comunque estraneo alla sua vera natura, determinando il cosiddetto riscaldamento globale.
Oltre le già riconosciute malattie causate dai combustibili fossili che generano inquinamento estremamente nocivo è da sottolineare ancora un altro effetto sull’essere umano del tutto particolare.
Conseguenze dell’inquinamento
Esiste un misterioso rapporto fra respirazione, circolazione sanguigna e mondo dei sentimenti.
E’ conosciuta la relazione tra un sentimento di paura e il conseguente impallidire della persona. Il sangue, a causa della paura, si ritira dalla periferia all’interno dell’organismo per salvaguardare gli organi essenziali alla vita quali, ad esempio, il cuore. Il contrario avviene quando una persona arrossisce per una improvvisa emozione piacevole, o di imbarazzo, o di vergogna: il sangue affluisce alla periferia.
Un sangue caricato da veleni provenienti dall’aria respirata causa squilibri anche nel corretto ritmo della respirazione e ciò comporterà, come conseguenza dell’inquinamento dell’aria, un ottundimento nella manifestazione dei sentimenti.
Specialmente la possibilità di espressione dei sentimenti più nobili, in primis l’ amore per tutto ciò che circonda l’essere umano stesso, saranno quelli che con più difficoltà potranno esprimersi e poiché sono proprio i sentimenti più nobili che tengono a bada gli istinti inferiori, quando i primi si indeboliscono i secondi prendono il sopravvento.
Anche l’acqua, simbolo stesso della vita, se viene pesantemente inquinata da agenti esterni, non é più vitale, non é più carica di energia e quando viene assimilata dall’organismo umano determinerà non solo danni fisici inevitabili ma, fra le altre ripercussioni, porterà nell’interiorità dell’essere umano ad una progressiva perdita di gioia di vivere.
Infine l’inquinamento dell’elemento terra, che si manifesta negli alimenti solidi, influirà direttamente nei processi digestivi, nella trasformazione degli alimenti solidi in energia vitale. Essa è preposta a tutto ciò che si manifesta nel movimento fisico sia esterno che interno e nella sua massima espressione è conosciuta come volontà.
Un’ alimentazione carente di energia vitale indebolirà non solo l’organismo fisico, ma smorzerà anche la spinta ad agire, a prendere decisioni, spegnendo poco a poco la volontà nell’individuo.
L’azione del singolo
Sulla salvaguardia di questi quattro elementi di fondamentale importanza per la vita del pianeta Terra e dell’umanità tutta sembrerebbe ovvio che dovessero vigilare i rappresentanti politici eletti, apparentemente in modo democratico, dai cittadini delle varie nazioni. Purtroppo ciò non avviene perché ormai esiste una grave patologia riguardante il rapporto fra politica ed economia finanziaria, come già accennato all’inizio di questo scritto.
Alla fine del XIX° secolo nel mondo occidentale è iniziato ad affermarsi sempre più decisamente il passaggio da una forma di civiltà agricola ad una configurazione economica di tipo industriale.
Questo processo ha richiesto un ingente flusso di capitali per creare le prime grandi industrie (Ford, Krupp ecc.) e leggi “ad hoc” per sostenere nel tempo le attività produttive.
In seguito fu necessario trovare una forma di conciliazione fra politica e macroeconomia, che sempre più si stava avviando a divenire macrofinanza guidata soprattutto da due borse: Wall Street negli Stati Uniti e Londra in Inghilterra.
Avvenne purtroppo un capovolgimento dei compiti a scapito di tutti i cittadini del mondo.
La politica che avrebbe dovuto essere al servizio del bene pubblico anno dopo anno venne asservita all’ interesse egoistico di ristrette cerchie finanziarie.
Al tempo presente questa perversa situazione ormai si è tragicamente consolidata. Si è di fatto creata una oligarchia economica-finanziaria, che controlla le classi politiche delle nazioni più industrializzate del mondo.
Quando la classe politica non difende adeguatamente la salute e la qualità della vita dei suoi cittadini non rimane che un’unica soluzione. Se l’individuo non si ritiene adeguatamente rappresentato e tutelato dalla classe politica allora deve prendere in mano egli stesso la propria vita.*
L’uomo per evoluzione naturale, nel presente momento storico, ha la possibilità di avviare dei processi di coscienza sempre più chiari per cogliere l’autentica realtà del mondo che lo circonda in tutte le sue molteplici manifestazioni.
Ciò gli permetterà di sceverare la verità dalle menzogne che quotidianamente vengono divulgate dai mass-media, nella quasi totalità proprietà di quei medesimi centri di potere economico-finanziari. Inoltre, cambiando la direzione sempre più condizionata dei suoi pensieri e sentimenti, dapprima partendo da se stesso e poi unendosi ad altri uomini liberi, potrà agire attivamente per cambiare la struttura della società.
Giovanni Peccarisio
Maestro Scuola Waldorf, laureato alla “Libera Università della Scienza dello Spirito" al Goetheanum di Dornach (CH).
Autore dei seguenti libri: “Evoluzione storica della coscienza” e “Ereditarietà ed individualità” e delle dispense: "La forza dei sentimenti", "Malattie infantili", "Bambini iperattivi
*Questa risoluzione è stata ampiamente descritta e motivata nella mia dispensa di prossima pubblicazione: “Cause e crisi nella gestione del denaro”.
Cos’è la “Res Publica”?
Periodicamente nelle nazioni dove esiste una forma nominalmente democratica della vita sociale i cittadini votano per eleggere dei rappresentanti che gestiscano la “res pubblica”.
Ma in che cosa consiste la “res pubblica” ?
Per poter rispondere a questa domanda è necessario partire da una precisa conoscenza dell’essere umano.
Quest’ultimo per sua propria costituzione deve continuamente mantenere un sottile equilibrio fra i bisogni riguardanti il suo corpo fisico, i moti della sua vita animica (psichica) e le sue aspirazioni verso la realizzazione di mete spirituali.
Soddisfare i bisogni del corpo fisico significa apportare e mantenere nel corpo fisico stesso, in modo armonico, i quattro elementi che lo compongono: terra, acqua, aria e fuoco.
Fin dall’ antichità questi quattro elementi nella loro interrelazione sono stati considerati essenziali per mantenere la salute del corpo fisico.
La “res pubblica” è tutto ciò che riguarda i rapporti fra il singolo individuo e la società.
Si potrebbe senz’ altro affermare che la natura della “res pubblica” è composta dall’insieme della vita culturale, economica e politico-giuridica.
L’ambito politico-giuridico non dovrebbe gestire i primi due ambiti, soprattutto in modo coercitivo, ma solo vigilare rispettando la loro indipendenza e intervenire, per il bene della collettività, solamente in caso di comportamenti errati.
Qual è invece l’effettiva situazione delle cosiddette democrazie parlamentari più evolute?
I rappresentanti politici delle medesime sono uniti, condizionati e, in modo diretto, strettamente dipendenti da potentati economici sovranazionali.
Tutto ciò comporta che non vengano in primo luogo soddisfatti i bisogni dei cittadini ma che invece vengano salvaguardati e protetti gli interessi economici-finanziari di ristrette cerchie di persone che giungono non solo a gestire ma addirittura ad abusare delle radici, delle basi stesse della vita di ogni singola persona.
Questa globalizzazione dell’ economia mondiale, tuttora imperante, è stata presentata e imposta come panacea per qualsiasi problema dell’umanità. Lo strumento principale della globalizzazione sono le liberalizzazioni, che avrebbero dovuto comportare un innalzamento stupefacente della qualità di vita mentre invece le conseguenze sono state, e lo sono tuttora, opposte e disastrose.
Le liberalizzazioni ormai si stanno rivelando giorno dopo giorno matrici e causa di malessere sociale a tutti i livelli e vanno a toccare direttamente ed indirettamente soprattutto l’integrità fisica dei popoli della terra perché, nonostante gli accattivanti proclami a favore del bene per l’ umanità, il fine vero delle liberalizzazioni è unicamente il profitto a scapito di tutto e tutti.
I quattro elementi
Per ciascun essere umano il benessere del proprio corpo fisico è essenziale nel contesto di tutta la vita.
Qualsiasi intervento eseguito dalla “res pubblica” dovrebbe salvaguardare e proteggere la terra, l’acqua, l’aria e il calore, i quattro elementi che costituiscono la vita umana e quella del pianeta terra.
In tal modo sarebbe salvaguardata la salute di ciascun essere umano poiché il suo corpo fisico è affine alla terra nella sua parte solida, all’acqua nel suo organismo liquido, all’aria nel suo elemento gassoso e, per quanto riguarda il proprio calore interno, è in rapporto al calore esterno in modo esiziale.
Se l’ individuo non si facesse imbrigliare la coscienza dalle sirene della disinformazione, allora potrebbe accorgersi di come vengano sferrati continuamente degli attacchi, estremamente nocivi, ai quattro elementi, alle radici principali della propria vita biologica.
Si accorgerebbe che l’attacco rivolto contro uno dei quattro elementi, a breve o a lungo termine, si ripercuote anche sugli altri tre per l’effetto domino. Inoltre tutto ciò ha influenza anche sulle condizioni economiche dell’intera umanità come gli esempi seguenti stanno a dimostrare.
Terra - Quando la terra viene continuamente irrorata, intrisa di concimi chimici non solo si devitalizza e indebolisce la pianta ma i veleni così sparsi vanno ad interessare le acque reflue e sotterranee nonché quelle di superficie: fiumi, laghi e mari. Per conseguenza, inquinando l’aria, creano morie fra gli insetti impollinatori rompendo il delicatissimo equilibrio esistente fra terra, acqua ed aria. Anche il quarto elemento, il calore, si disarticola e il tutto crea squilibri e malattie nel pianeta e nell’ organismo degli esseri umani, nonché dissesti economici conseguenti.
Ciascun elemento non viene trattato e curato amorevolmente a servizio del pianeta e dell’ umanità tutta ma, al contrario, viene asservito da ristrette cerchie finanziarie come fosse uno strumento atto a creare ottimi affari economici per soddisfare il loro egoismo.
Tramite gli O.G.M. (organismi geneticamente modificati), si è cercato e si cerca di trasformare la pianta, figlia privilegiata della terra, in un avvilente prodotto economico. Gli O.G.M. rendono sterili le piante costringendo l’agricoltore ad acquistare i semi per le nuove produzioni ogni anno da imprese multinazionali monopoliste che hanno il solo fine del profitto economico.
Acqua - Per quanto riguarda l’ acqua, aldilà dell’ inquinamento ormai assodato, questo secondo elemento basilare della vita per l’imperante e mal compreso messianico principio della liberalizzazione di ogni cespite economico, viene equiparata ad un qualsiasi prodotto tramite la privatizzazione degli enti pubblici preposti alla sua erogazione.
In tal modo un bene pubblico di fondamentale importanza per la vita giorno dopo giorno, nella maggior parte delle nazioni del mondo, diviene proprietà di pochi.
Anche l’Italia da poco tempo si è allineata e piegata ai voleri degli organi economico-finanziari sovranazionali privatizzando l’ acqua.
Aria, Fuoco - Infine il destino del terzo elemento, l’aria, è strettamente legato a quello del quarto elemento il fuoco o, per meglio dire al calore.
La creazione di energia termica è fondamentale per tutto l’apparato produttivo delle economie più avanzate, ma questo apparato si basa quasi esclusivamente sull’ utilizzo del petrolio e dei suoi derivati, che però genera pesanti effetti collaterali per l’uso indiscriminato che ne viene fatto.
Gli elementi terra, acqua e soprattutto aria vengono sempre più pesantemente inquinati da fattori differenti, diversi dalla loro natura mentre invece il calore terrestre naturale viene caricato di altro calore che risulta comunque estraneo alla sua vera natura, determinando il cosiddetto riscaldamento globale.
Oltre le già riconosciute malattie causate dai combustibili fossili che generano inquinamento estremamente nocivo è da sottolineare ancora un altro effetto sull’essere umano del tutto particolare.
Conseguenze dell’inquinamento
Esiste un misterioso rapporto fra respirazione, circolazione sanguigna e mondo dei sentimenti.
E’ conosciuta la relazione tra un sentimento di paura e il conseguente impallidire della persona. Il sangue, a causa della paura, si ritira dalla periferia all’interno dell’organismo per salvaguardare gli organi essenziali alla vita quali, ad esempio, il cuore. Il contrario avviene quando una persona arrossisce per una improvvisa emozione piacevole, o di imbarazzo, o di vergogna: il sangue affluisce alla periferia.
Un sangue caricato da veleni provenienti dall’aria respirata causa squilibri anche nel corretto ritmo della respirazione e ciò comporterà, come conseguenza dell’inquinamento dell’aria, un ottundimento nella manifestazione dei sentimenti.
Specialmente la possibilità di espressione dei sentimenti più nobili, in primis l’ amore per tutto ciò che circonda l’essere umano stesso, saranno quelli che con più difficoltà potranno esprimersi e poiché sono proprio i sentimenti più nobili che tengono a bada gli istinti inferiori, quando i primi si indeboliscono i secondi prendono il sopravvento.
Anche l’acqua, simbolo stesso della vita, se viene pesantemente inquinata da agenti esterni, non é più vitale, non é più carica di energia e quando viene assimilata dall’organismo umano determinerà non solo danni fisici inevitabili ma, fra le altre ripercussioni, porterà nell’interiorità dell’essere umano ad una progressiva perdita di gioia di vivere.
Infine l’inquinamento dell’elemento terra, che si manifesta negli alimenti solidi, influirà direttamente nei processi digestivi, nella trasformazione degli alimenti solidi in energia vitale. Essa è preposta a tutto ciò che si manifesta nel movimento fisico sia esterno che interno e nella sua massima espressione è conosciuta come volontà.
Un’ alimentazione carente di energia vitale indebolirà non solo l’organismo fisico, ma smorzerà anche la spinta ad agire, a prendere decisioni, spegnendo poco a poco la volontà nell’individuo.
L’azione del singolo
Sulla salvaguardia di questi quattro elementi di fondamentale importanza per la vita del pianeta Terra e dell’umanità tutta sembrerebbe ovvio che dovessero vigilare i rappresentanti politici eletti, apparentemente in modo democratico, dai cittadini delle varie nazioni. Purtroppo ciò non avviene perché ormai esiste una grave patologia riguardante il rapporto fra politica ed economia finanziaria, come già accennato all’inizio di questo scritto.
Alla fine del XIX° secolo nel mondo occidentale è iniziato ad affermarsi sempre più decisamente il passaggio da una forma di civiltà agricola ad una configurazione economica di tipo industriale.
Questo processo ha richiesto un ingente flusso di capitali per creare le prime grandi industrie (Ford, Krupp ecc.) e leggi “ad hoc” per sostenere nel tempo le attività produttive.
In seguito fu necessario trovare una forma di conciliazione fra politica e macroeconomia, che sempre più si stava avviando a divenire macrofinanza guidata soprattutto da due borse: Wall Street negli Stati Uniti e Londra in Inghilterra.
Avvenne purtroppo un capovolgimento dei compiti a scapito di tutti i cittadini del mondo.
La politica che avrebbe dovuto essere al servizio del bene pubblico anno dopo anno venne asservita all’ interesse egoistico di ristrette cerchie finanziarie.
Al tempo presente questa perversa situazione ormai si è tragicamente consolidata. Si è di fatto creata una oligarchia economica-finanziaria, che controlla le classi politiche delle nazioni più industrializzate del mondo.
Quando la classe politica non difende adeguatamente la salute e la qualità della vita dei suoi cittadini non rimane che un’unica soluzione. Se l’individuo non si ritiene adeguatamente rappresentato e tutelato dalla classe politica allora deve prendere in mano egli stesso la propria vita.*
L’uomo per evoluzione naturale, nel presente momento storico, ha la possibilità di avviare dei processi di coscienza sempre più chiari per cogliere l’autentica realtà del mondo che lo circonda in tutte le sue molteplici manifestazioni.
Ciò gli permetterà di sceverare la verità dalle menzogne che quotidianamente vengono divulgate dai mass-media, nella quasi totalità proprietà di quei medesimi centri di potere economico-finanziari. Inoltre, cambiando la direzione sempre più condizionata dei suoi pensieri e sentimenti, dapprima partendo da se stesso e poi unendosi ad altri uomini liberi, potrà agire attivamente per cambiare la struttura della società.
Giovanni Peccarisio
Maestro Scuola Waldorf, laureato alla “Libera Università della Scienza dello Spirito" al Goetheanum di Dornach (CH).
Autore dei seguenti libri: “Evoluzione storica della coscienza” e “Ereditarietà ed individualità” e delle dispense: "La forza dei sentimenti", "Malattie infantili", "Bambini iperattivi
*Questa risoluzione è stata ampiamente descritta e motivata nella mia dispensa di prossima pubblicazione: “Cause e crisi nella gestione del denaro”.
sabato 2 gennaio 2010
Aggressione a Berlusconi
Un metodo efficace è guardare bene tutte le riprese, nel caso sovrapporle temporalmente e cercare di capire i comportamenti delle persone che lo circondano: ad es. chi gli stringe la mano o gli da qualcosa o i movimenti dei BG, analizzare attraverso LOGICA dei comportamenti.
-CAM. RAINEWS24
Dal momento in cui B guarda l'operatore:
5 sec un bodyguard avverte qualcuno tra la folla.
10 sec un ragazzo gli stringe la mano, poco prima aveva avvertito qualcuno dietro (NB questo personaggio "paoliniano" si presta a qualsiasi tesi), lo intrattiene per 10 sec.
30 sec l'impatto.
5 sec Tartaglia viene preso subito.
3' 25" interruzione tecnica. (NB le immagini sono in differita)
3' 47" il BG in macchina gli mette qualcosa in faccia. (è l'oggetto grigio/argento somigliante ad una boccetta che si vede nella foto di repubblica.it ?)
3' 55" c'è un taglio nelle immagini tra il momento che è seduto in macchina e quando esce fuori.
Un fotografo viene allontanato con la forza.
-CAM. TARTAGLIA FRONT da BALLARO' - LONG TAIL VERSION
Si vede bene anche se con "pochissimo dettaglio" l'oggetto CHE MAI VERRA' RITROVATO (come è noto dalla stampa).
Una delle guardie vede il braccio alzato di T. e non cerca minimamente di proteggere B.
Notare il tecnico audio che tiene in mano la giraffa (il microfono ad asta telescopica) dietro il Tartaglia.
Nel momento che viene messo in macchina (in questo caso il video è rallentato) si vede bene il viso di B. nessuna goccia di sangue, né sulle mani né sul viso né sul colletto della giacca (per esperienza da ferita in volto SO che il sangue schizza dappertutto, pre-coagulazione è MOOLTO fluido e leggero).
Dalla lettura del labiale della guardia di sx (la stessa ripresa nella foto in macchina con in mano l'oggetto misterioso) nel momento che lo caricano in auto sembra che dica ad un collega (il più basso tra loro) qualcosa tipo: stai fermo o rimani fermo, l'altro sembra risentirsi.
-CAM. CATTURA TARTAGLIA
Viene preso subito, alcuni tentano di dargli dei ceffoni, sfiorandolo appena, mentre viene portato via. Notare pantaloni quasi abbassati: ma che caspita ha sul culo, un perizoma africano? Una cintura di castità?
Secondo il viminale doveva avere addosso: una lastra di plexiglass di 20cm, un crocifisso da tavolo altri oggetti contundenti ecc. nonostante i paraggi fossero transennati e tappezzati di agenti di polizia... (strana coincidenza tra la data dell'evento e quella della morte del matematico Tartaglia... i massoni avranno capito)
Il premier esce dalla macchina: notare giacca, cravatta, camicia, colletto e polsini, mani e collo pulitissimi, sangue COAGULATO ("ha perso mezzo litro di sangue, la camicia era tutta sporca", dichiarerà il suo "amico" medico che lo ha preso in cura..).. con la rottura di LABBRO, SETTO NASALE, DUE INCISIVI avremmo dovuto vedere un fiume di sangue, invece.. MIRACOLO!! E poi la ferita sotto l'occhio, orizzontale, mentre l'oggetto lo colpisce in verticale.. la stessa ferita scompare in alcune foto che lo riprendono con un fazzoletto immacolato.
E ancora: in giro si trovano SOLO immagini girate da 3 telecamere (una del PDL) ed un paio di fotografi di agenzia... sono curioso di sapere perché non si trova altro, telefonini compresi. Molto probabilmente vengono controllate e filtrate le immagini scattate dai free lance.
Dirà Gioacchino Genchi: "Non esiste nessun protocollo, neanche quello delle guardie forestali, che consenta ad un Capo di Stato, dopo un’aggressione, di uscire dalla macchina e mostrarsi nuovamente in pubblico in condizioni di potenziale pericolo".
"Le guardie del corpo di Berlusconi non hanno seguito la normale procedura – continua Genchi – e la loro arrendevolezza verso il premier, nonchè la loro incapacità nel gestire la situazione, lascia molto perplessi ed è quantomeno sospetta".
Normalmente sarebbero dovuti partire a razzo, E' LA PROCEDURA.
Credete veramente che se fosse successo ad un Obama sarebbe rimasto li a fare da bersaglio a degli ipotetici cecchini di Al quaeda?
Non vorrei credere a un complotto o messa in scena, ma conoscendo la SERIETA' DEL PERSONAGGIO...... di sicuro c'è che l'abbia spettacolarizzata per trarne consenso popolare.
utente anonimo
-CAM. RAINEWS24
Dal momento in cui B guarda l'operatore:
5 sec un bodyguard avverte qualcuno tra la folla.
10 sec un ragazzo gli stringe la mano, poco prima aveva avvertito qualcuno dietro (NB questo personaggio "paoliniano" si presta a qualsiasi tesi), lo intrattiene per 10 sec.
30 sec l'impatto.
5 sec Tartaglia viene preso subito.
3' 25" interruzione tecnica. (NB le immagini sono in differita)
3' 47" il BG in macchina gli mette qualcosa in faccia. (è l'oggetto grigio/argento somigliante ad una boccetta che si vede nella foto di repubblica.it ?)
3' 55" c'è un taglio nelle immagini tra il momento che è seduto in macchina e quando esce fuori.
Un fotografo viene allontanato con la forza.
-CAM. TARTAGLIA FRONT da BALLARO' - LONG TAIL VERSION
Si vede bene anche se con "pochissimo dettaglio" l'oggetto CHE MAI VERRA' RITROVATO (come è noto dalla stampa).
Una delle guardie vede il braccio alzato di T. e non cerca minimamente di proteggere B.
Notare il tecnico audio che tiene in mano la giraffa (il microfono ad asta telescopica) dietro il Tartaglia.
Nel momento che viene messo in macchina (in questo caso il video è rallentato) si vede bene il viso di B. nessuna goccia di sangue, né sulle mani né sul viso né sul colletto della giacca (per esperienza da ferita in volto SO che il sangue schizza dappertutto, pre-coagulazione è MOOLTO fluido e leggero).
Dalla lettura del labiale della guardia di sx (la stessa ripresa nella foto in macchina con in mano l'oggetto misterioso) nel momento che lo caricano in auto sembra che dica ad un collega (il più basso tra loro) qualcosa tipo: stai fermo o rimani fermo, l'altro sembra risentirsi.
-CAM. CATTURA TARTAGLIA
Viene preso subito, alcuni tentano di dargli dei ceffoni, sfiorandolo appena, mentre viene portato via. Notare pantaloni quasi abbassati: ma che caspita ha sul culo, un perizoma africano? Una cintura di castità?
Secondo il viminale doveva avere addosso: una lastra di plexiglass di 20cm, un crocifisso da tavolo altri oggetti contundenti ecc. nonostante i paraggi fossero transennati e tappezzati di agenti di polizia... (strana coincidenza tra la data dell'evento e quella della morte del matematico Tartaglia... i massoni avranno capito)
Il premier esce dalla macchina: notare giacca, cravatta, camicia, colletto e polsini, mani e collo pulitissimi, sangue COAGULATO ("ha perso mezzo litro di sangue, la camicia era tutta sporca", dichiarerà il suo "amico" medico che lo ha preso in cura..).. con la rottura di LABBRO, SETTO NASALE, DUE INCISIVI avremmo dovuto vedere un fiume di sangue, invece.. MIRACOLO!! E poi la ferita sotto l'occhio, orizzontale, mentre l'oggetto lo colpisce in verticale.. la stessa ferita scompare in alcune foto che lo riprendono con un fazzoletto immacolato.
E ancora: in giro si trovano SOLO immagini girate da 3 telecamere (una del PDL) ed un paio di fotografi di agenzia... sono curioso di sapere perché non si trova altro, telefonini compresi. Molto probabilmente vengono controllate e filtrate le immagini scattate dai free lance.
Dirà Gioacchino Genchi: "Non esiste nessun protocollo, neanche quello delle guardie forestali, che consenta ad un Capo di Stato, dopo un’aggressione, di uscire dalla macchina e mostrarsi nuovamente in pubblico in condizioni di potenziale pericolo".
"Le guardie del corpo di Berlusconi non hanno seguito la normale procedura – continua Genchi – e la loro arrendevolezza verso il premier, nonchè la loro incapacità nel gestire la situazione, lascia molto perplessi ed è quantomeno sospetta".
Normalmente sarebbero dovuti partire a razzo, E' LA PROCEDURA.
Credete veramente che se fosse successo ad un Obama sarebbe rimasto li a fare da bersaglio a degli ipotetici cecchini di Al quaeda?
Non vorrei credere a un complotto o messa in scena, ma conoscendo la SERIETA' DEL PERSONAGGIO...... di sicuro c'è che l'abbia spettacolarizzata per trarne consenso popolare.
utente anonimo
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