Fonte: Blog "Il fresco profumo di libertà" http://simoneaversano.wordpress.com/
(ANSA) - OLBIA, 24 GEN - ‘Sta per uscire uno scandalo enorme. Un signore ha messo sotto controllo 350 mila persone’. Lo dice Berlusconi parlando di intercettazioni. Durante un comizio a Olbia, il premier si e’ riferito al caso dell’archivio Genchi. ‘Non dobbiamo consentire che questo sistema possa continuare. Dobbiamo imporre limiti certi, sicuri per i cittadini’. L’archivio del consulente dell’ex pm De Magistris, Gioacchino Genchi, comprende 578 mila record anagrafici utilizzati per i procedimenti Why Not e Poseidon.
(24 gennaio 2009)
Dunque per il Premier sarebbe questo lo scandalo del nostro Paese. Troppe intercettazioni fatte. Troppe persone la cui privacy è stata violata. Soprattutto il mondo della politica è stato colpito in maniera troppo radicale, perchè attraverso l’archivio Genchi, servito per le indagini di De Magistris che poi gli sono state tolte, ma anche attraverso altri archivi ben forniti di dati, moltissimi uomini politici sono divenuti bersaglio dei media e quindi soggetti alla reazione dell’opinione pubblica nazionale.
E’ questo lo scandalo.
Non si guarda più a fondo di così, non si affronta l’altra faccia della medaglia, quella della crisi di una giustizia che non condanna i colpevoli. Si dice che le intercettazioni vanno limitate, e lo si dice da parte del mondo politico quando è proprio al politica ad essere accusata dalle intercettazioni. Non si rileva alcun conflitto d’interesse, non ci si rende conto che non si avrebbe un pieno diritto di parola, perchè in democrazia il controllato non dovrebbe essere mai controllore. Non si rileva che il vero scandalo è quello che è stato perpetrato contro magistrati onesti, e attraverso di loro contro i valori democratici, da parte dell’organo di malgoverno della magistratura, il CSM, resosi supinamente faccendiere di una più ampia rete di affari e collusioni in cui la politica nelle sue alte sfere ricopre la postazione di comando. Lo scandalo sarebbe questo, in realtà. Il fatto che è possibile che venga stretto il collare alla giustizia in violazione di leggi e principi fondamentali del nostro Paese, e tutto ciò con l’avallo degli organi costituzionali che dovrebbero presiedere alla tutela dei diritti dei cittadini proteggendo gli equilibri costituzionali. Tra questi organi che esercitano male o abusano dei loro poteri fondamentali, c’è anche il nostro Presidente della Repubblica, resosi anche lui burattinaio di questo scandalo, gettando su di sè un’ombra fosca che lo allontana dalla democrazia che egli dovrebbe difendere. Un’ombra che però, purtroppo, sono in pochi a vedere. Ancora di meno sono quei cittadini onesti che si stanno attivando per contrastare quell’ombra, la quale intanto diventa sempre più tenebra netta, sempre più buio che avvolge tutto.
Lo scandalo reale è questo, la definitiva ed incontrovertibile confusione tra controllori e controllati, legittimata da un’interpretazione abusiva della nostra Costituzione, e perciò impossibile da contrastare. Chi dovrebbe evitare una simile distruzione democratica fa lo stesso gioco degli assassini, dei politici e degli altri uomini di potere che hanno stretto il sodalizio criminoso che tanto assomiglia alla più nera fusione tra una mafia e una massoneria. Solo i rimanenti cittadini onesti possono evitare un tracollo sempre più incontrastabile. Ma il problema ulteriore è che non si riesce e non si può alzare la voce e venire ascoltati. Qui non resta nessuno ad ascoltare. La corruzione ha già raggiunto un’estensione inimmaginabile.
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